Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

29.08.93

 

 

Se tutti gli uomini avessero confidato nella Mia Misericordia, non piomberebbe su di loro la Mia Giustizia.

 

 

Piccola amata, giglio candido del Mio Cuore, avrei voluto parlare con grande Dolcezza a ciascun uomo della terra; ora, più che mai, avrei voluto rinnovare le antiche Promesse di Gioia e Pace infinita. I tempi sono giunti: i tempi, voluti dal Padre, per l’accadimento delle vicende più grandiose. Si stanno realizzando tutte le profezie dell’Antico e Nuovo Testamento: ora, nel giro di poco tutto entrerà in piena attuazione.

Volevo vedere tutti i Miei figli amati uniti in uno splendido giubileo, speciale giubileo, presieduto da un Pontefice tutto speciale: il vostro Gesù. Avrei voluto stringere tra le Mie Braccia tutti gli uomini, uno dopo l’altro, e dare finalmente il segnale di una nuova era, mai vissuta fino ad ora dall’Umanità peccatrice.

Il Mio Vicario va in ogni lembo della terra a portare la Buona Novella, a promettere pace e gioia agli uomini di buona volontà: cerca di ricondurre all’ovile i perduti nel deserto squallido del peccato. Chi ascolterà la Voce dell’Amore si salverà; chi, invece, alzerà le spalle ancora una volta vedrà spegnersi sempre più anche l’ultimo bagliore di Luce e grande sarà la sua angoscia. Quando il Mio amato servo avrà finito la sua missione, allora, sarà la fine.

Giglio Mio diletto, il mondo sente, ma non ascolta, vede, ma non osserva: è troppo sviato dalle vanità e dal torpore. Io aspetto ciascuno alla grande svolta: ognuno Mi dovrà rendere conto del suo agire. Guai agli inetti; guai a coloro che hanno tradito, mortificato, avvilito il fratello innocente: subiranno tutto intero il Rigore della Mia Giustizia! Nulla sarà condonato a chi ha chiuso, superbamente, le porte del cuore al prossimo. Non chieda Misericordia chi misericordia non ha dato! Non chieda Perdono chi perdono non ha dato!

Meditate a lungo la parabola, o uomini, del servo al quale veniva condonato un grosso debito, mentre egli stesso non era stato capace di condonarne uno minimo: grande fu la sua tribolazione, implacabile piombò su di lui la Mia Giustizia! Così sarà per tutti. Così avverrà per ciascuno.

Giglio candido, profumato di purezza, non crucciarti per le gravi ingiustizie del mondo: la tua croce la porti assieme al tuo Gesù. Portiamola, assieme, diletto fiore: quando sarai troppo stanca, Io sarò, Io, Gesù, il tuo grande Amore, sarò il tuo Cireneo. Teniamoci per mano, figlia dolcissima, come due amici che si amano infinitamente!

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

29.08.93

 

 

La Mamma parla ai figli amati

 

 

Miei piccoli, fiori, da Me tanto amati, a Gesù tanto graditi, se gli uomini volessero veramente sforzarsi di conoscere più da vicino Gesù, capirebbero quanto è grande la Sua Bontà, meravigliosa la Sua Tenerezza, Infinite le Sue Dolcezze. Come si può offendere un Amore tanto grande e non sentirne grande rimorso?

Amati, più vi avvicinate alla conoscenza di Dio, più Lo amate: non si può conoscerLo senza amarLo, perdutamente, senza vivere solo per Lui, senza volersi perdere in Lui per gustarne ogni Delizia!

Gesù arde dal desiderio di farsi conoscere; chiama ogni uomo e gli dice: “Vieni, Mia creatura, vieni a succhiare il nettare, che ti offre il tuo Creatore. Lascia le cose del mondo di peccato. Vieni a dissetarti alla Mia Fonte Perenne: Io Stesso, Io Dio, Io ti porgerò da bere della Mia Acqua e non avrai più sete, ma godrai di ogni felicità!”

Gesù chiama, ma molti fuggono lontano dalla Sua Presenza, perché non vogliono rinunciare a quel pugno di cenere che la vita offre subito; sono impazienti di godere le gioie sbagliate della vita! Piccola Mia, quante Mie Parole vengono portate via dal vento, quante amorose esortazioni si perdono nel nulla! Ciò perché l’uomo crede solo a ciò che passa immediatamente sotto i sensi; non riflette, non vuole comprendere la vera essenza della realtà. Ecco che il maligno non fatica, certo, ad attuare il suo gioco: egli offre subito gioie vane, inganni continui che avvinghiano a lui la povera creatura che non riesce più a liberarsene.

Pensa, diletta, quale sottile astuzia è la sua! Ma sappi che ogni uomo, dotato di discernimento e libertà deve, dico deve, saper fare da solo la sua scelta. Io Stessa prego, incessantemente, per tutti costoro che si sono fatti circuire dagli inganni di satana; ma non posso fare la scelta che essi devono fare. Le preghiere hanno certo una grande potenza davanti all’Altissimo, ma non possono mai sostituire l’atto di volontà, la scelta del singolo. Bisogna sapere dire sì a Dio, un sì, convinto, un sì che sgorga dal cuore.

Quando l’uomo si accinge ad avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione deve averla fatta prima nel suo cuore: deve aver detto sì al suo Dio, deve essersi profondamente pentito del suo peccato, deve averlo ben individuato e provato ripugnanza dinanzi ad esso, non tanto per il castigo, quanto per l’offesa arrecata a quel Cuore meraviglioso, a quell’Amore sconfinato. Ecco il vero pentimento.

L’uomo che ama Dio si sforza di non peccare per non farLo soffrire, vuole che la sua vita divenga in ogni attimo un sublime poema d’amore per il suo Signore!

Giglio amato, vivi sempre così. Brucia d’amore per il tuo Gesù: pensa che è solo una goccia che si fonde nell’Infinito Oceano del Suo*.

 

                                                                                              Maria Santissima

 

 

*del Suo = sottinteso: Amore