Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

21.04.95

 

 

Allietatevi, gioite. Lo Spirito di Letizia scende copioso sui Miei diletti, porta i Suoi splendidi Doni. Beato chi ha creduto senza nulla vedere; ora vedrà, godrà, possiederà le Delizie, preparate per gli eletti di questi tempi. Beato chi vive di Me. È terminato il tempo del dolore inizia quello della Felicità: in terra prima, in Cielo per sempre!

 

 

Questo, amata sposa, è tempo di godere la felicità dei veri figli di Dio. Lo Spirito abbraccia il mondo e riempie i cuori puri: più spazio libero trova in ogni essere più profondamente penetra, portando i Suoi ineffabili Doni.

Ho detto, diletta, che questo è il tempo della grande effusione dello Spirito. Egli agisce dovunque con grande Potenza, ma non su tutti in egual modo: dipende dalla disponibilità di ciascuno; dipende dall’apertura del cuore alle cose di Dio. C’è chi ne sarà permeato interamente, divenendo vita della Vita Divina; c’è chi ne avrà in misura più limitata; c’è chi ne resterà privo, perché gelido e ricolmo nel suo essere di vanità. Ti accorgerai con facilità di quale essere è stato permeato, quale toccato e quale lasciato tale e quale.

Lo Spirito, Che scende su di un essere umano, opera in lui grandi cambiamenti; non può restare* tale e quale, ma muta radicalmente il modo di pensare, agire. Ognuno si renda come vaso ben capace che possa essere colmato del Santo Spirito Che lo renderà nuovo, vigoroso forte e felice. Io, piccola sposa, agisco su ogni uomo di buona volontà; gli conferisco una nuova vita e lo predispongo ad accogliere i grandiosi Doni che verranno offerti solo a coloro che sono in grado di accettarLi. Ti ho detto in passato che la felicità del tuo cuore era in crescendo. Ti ho ripetuto che i Miei Doni sono eterni: non offro un Dono e poi Lo ritiro, come fanno gli uomini che sono mutevoli. Quando dona Dio, quando offro Io, Io, Dio, la Mia Ricchezza all’uomo, non ritiro mai la Mia Mano, se Questa è accolta con amore e utilizzata con saggezza; anzi, ti dico questo, Mia sposa, per massima gioia del tuo cuore: aggiungo Dono a Dono, Ne porgo sempre di più grandi. Così ho fatto sempre, così continuerò ad operare, perché il Mio Amore per l’uomo vuole offrirgli sempre maggiore esultanza. Questo Mio Discorso può essere compreso da pochi. Quanti Mi direbbero così: “Signore, Tu doni gioia sempre in crescendo? L’uomo del mondo d’oggi, vedo, ha angoscia sempre in crescendo, tanto che per molti la vita è divenuta tedio, tormento; la odiano invece di amarla”.

Questa è una realtà di questo tempo di morte; non si esalta la vita, non si comprende il valore grandioso della vita che nasce. In ogni nuova vita c’è la Mia Mano, c’è il segno visibile del Mio Amore, della Mia Benevolenza verso il Creato e tutte le sue creature. L’uomo non solo non gioisce per questo sublime Dono, Lo sopprime, Lo disprezza, Lo calpesta, Lo annienta, quando può. Questo terribile peccato, questa grande ingratitudine porta di conseguenza un indurimento sempre maggiore del cuore; lì agisce il serpente, inoculando con dovizia sempre più veleno. Esso si trasforma in angoscia, tormento, insoddisfazione, infelicità.

Chi disprezza la vita altrui finirà con aver disgusto anche della propria: perde di vista il vero valore delle cose ed entra nella dimensione del serpente che gli impone un diverso modo di pensare. Di qui la più grande pena interiore, seguita dall’infelicità più completa.

Guarda, sposa amata, te stessa; guarda che Meraviglie ho compiuto nel tuo essere. Appartenere a Dio significa essere sempre felici, ridere e cantare come bimbi spensierati; significa amare la vita: la propria, come Dono grandioso di Dio, quella dei fratelli, quella di ogni piccola creatura della terra. Essere di Dio significa vivere la vera vita, prima ancora di possederla interamente (dopo la glorificazione del corpo).

Il contrario avviene nell’uomo che ha rifiutato Dio: il suo aspetto è cupo e triste, il suo sorriso non esprime niente, il suo cuore è sempre insoddisfatto; se possiede qualcosa, desidera aggiungere dell’altro, ancora insoddisfatto rincorre sempre ciò che non riesce mai a raggiungere.

Questo processo dura per tutta la sua esistenza, fino a quando si presenta inaspettata e indesiderata l’ora della separazione dell’anima dal corpo. Comincia, a questo punto, il travaglio maggiore, il tormento più grande, perché il corpo si ribella all’idea e l’anima non è pronta al distacco.

Esaminando quindi l’intera esistenza di un lontano, si evidenzia un processo di angoscia sempre crescente, di tormento che diviene avversione per ogni cosa. La causa di tali situazioni è l’abbandono della Luce, è la rinuncia continua ad abbeverarsi all’Unica Fonte di Vita. L’ho detto e lo ripeterò all’infinito: solo in Me c’è Tutto, fuori di Me c’è il vuoto, il nulla. Gli uomini che non comprendono, perché di dura cervice, ora dovranno sperimentare a loro spese le conseguenze della propria insipienza. Chi ha costruito senza di Me ha faticato invano; al momento del raccolto troverà solo foglie secche. Non gli sarà concesso di godere il frutto della propria fatica: improvvisamente, quando non se lo aspetta, chiederò la sua vita, gli presenterò il conto che dovrà essere saldato subito, senza dilazioni. Questo, Mia diletta, è il momento conclusivo della resa dei conti; a ciascuno verrà presentato il suo. Guai a chi non ci ha pensato prima! Ora dovrà saldare tutto subito e senza pretesti o scuse: essi davanti a Me non hanno alcun valore.

Vedo, vedo col Mio Sguardo che abbraccia il mondo tante vite sprecate, donate per Amore*, consumate con stoltezza*! Questo filo* ora sarà da Me tagliato e cosa resterà? Un’anima lacerata alla quale, a suo tempo, si unirà un povero corpo, distrutto dal peccato e costretto ad un eterno travaglio di dolore. L’inizio di ogni vita, sposa Mia, è sempre splendido, perché la vita proviene da Me Che sono Dio, Che amo, Che creo per Amore, ma la fine di molte vite è veramente triste per l’insipienza umana che distrugge tutto ciò che Io ho costruito!

Dolore grande è questo per il Mio Cuore, Dolore immenso! Ma Io sono Dio, non uomo. Io sono la Fonte della Vita, posso crearne quante ne voglio in ogni momento, ma non agirò senza la collaborazione dei Miei amati, non vi lascerò fuori dal Mio Progetto di ricostruzione della terra e di ogni cosa lacerata dalla stoltezza umana. Con voi, amati, con voi, diletti, farò nuove tutte le cose e poi ve le farò godere così splendide, completamente diverse da prima.

Beato l’uomo che in questo tempo di degradazione ha mantenuto candide le sue vesti! Beato l’uomo che ha ascoltato la Mia Parola e si è nutrito del Mio Nettare! Ora godrà i Doni del Mio Amore ed il suo fiore non appassirà mai.

Stringiti a Me, sposa diletta. Fiorisci come un giglio che mette sempre nuovi boccioli e diviene sempre più profumato di Effluvio Divino.

Ti amo – vi amo.

 

                                                                                                Gesù

 

*non può restare = sottinteso: l’essere

*Amore = da Me Dio

*stoltezza = dall’uomo stolto

*filo = la vita

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

21.04.95

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Gesù offre gioia al mondo. Gesù offre il Suo Amore al mondo, ma esso Lo rifiuta. Gesù offre ogni cosa bella all’uomo, ma ogni Dono viene respinto.

Pensa, Mia amata piccola, se qualcuno venisse da te pieno di amore per offrirti le cose più belle col volto sorridente, pensa come ci rimarrebbe, se tu gli sbattessi la porta in faccia e lo mandassi via sgarbatamente: quale offesa, quale dolore, quale affronto sarebbe per quella persona!

Immagina che così sta facendo l’uomo d’oggi con il suo Signore.

Egli ha preparato con cura i Suoi Doni; non ha dimenticato nulla che possa essere gradito a ciascuno. Si presenta così, col Volto sorridente e le Mani piene di ogni Delizia, ma l’uomo è diffidente, respinge ogni cosa, cerca solo ciò che può soddisfare i suoi desideri immediati, non accetta, non crede alla sincerità del Dono; è pieno di malizia e di ingratitudine.

Dio vuole offrire Ristoro a chi soffre, Pace a chi è in discordia, Amore a chi è solo e senza conforto; come si fa a rifiutare tutto questo? Certo nella tua mente non c’è risposta. L’uomo ragionevole si comporta come se non avesse il discernimento; oggi rifiuta, domani pagherà le conseguenze di questa azione.

Vedi, amata, ho detto spesso di riflettere bene prima di compiere qualsiasi azione. L’ho detto e lo ripeto continuamente: è molto decisivo comprendere in fretta queste cose.

Ogni albero che non porta frutto viene tagliato, viene bruciato, perché a nulla serve. Se una pianta non viene potata, irrorata, nutrita, diviene infruttuosa e a nulla serve più. Quante piante vedo in queste condizioni, quanta aridità in certe creature umane! Sono quelle che rifiutano continuamente i Doni Divini, non si arricchiscono di nuovo Vigore, ma finiscono col divenire sterili e quindi indegne del Regno di Dio. Come dovrà agire Gesù, ora, al Suo Ritorno? Vi ricordate cosa fece col fico che non Gli offrì i suoi frutti? Lo fece seccare fin dalle radici.

Ecco un grande ammonimento che deve fare riflettere molti che credono di fare bene, perché non fanno nulla; invece Gesù vuole, ora più che mai, zelo e fervore, piena attività ed operosità continua. A che serve invero un ramo secco se non ad essere bruciato? A che serve un uomo inattivo se non ad essere allontanato per lasciare il posto a chi opera e produce? Questa è una legge valida presso ogni uomo: perché non dovrebbe essere compresa anche nei riguardi delle cose Divine? Il gran Re ha dato ad ognuno un compito da portare avanti: guai se trova inerzia e superficialità!

Tu Mi chiederai: “Madre Santa, è più colpevole colui che fa il male o colui che non fa né male né Bene?”

Il giudizio, amata figlia, lasciamolo a Dio, Giusto Giudice Che considera sempre tutti i lati della situazione particolare, ma ti dico che la colpevolezza è di entrambi. Chi non fa il Bene, quando gli viene chiesto, lascia che prevalga il male, quindi è colpevole.

Tu, ora, Mi chiederai: “Madre amata, non è facile comprendere sempre bene il da farsi, molti sbagliano per insipienza o per ignoranza.”

L’uomo che ha lo sguardo volto a Dio capisce il Suo Linguaggio, ha sempre la Sua Luce, sa fare le scelte, perché si lascia guidare docilmente; riconosce in ogni momento la sua umiltà, quindi chiede a Dio consiglio e si sottomette volentieri alla Sua Volontà. Non così, non così l’uomo superbo che ha lo sguardo volto su sé stesso, al proprio io egoistico che vuole prevalere e dominare e dettare la sua legge. Costui ha la mente piena di desideri in contrasto con la Volontà Divina e tende, quindi, a soddisfare questi, sbagliando nelle scelte. Come vedi, Mia piccola, chi ha Dio per Guida cammina sempre sul retto cammino e giunge presto alla meta. La meta che subito si può raggiungere è quella della gioia del cuore: chi obbedisce al Comando Divino e accetta di compiere il percorso assegnato gode, subito, la pace e la gioia del cuore. Nel suo essere nasce una nuova armonia che non viene turbata dai problemi che continuamente si presentano, che Gesù amabilmente provvede a risolvere.

Piccoli, non vi nascondo, non l’ho fatto neppure in passato, tra le Gioie che Gesù vi concede ci sono anche piccoli sacrifici che vi chiede. Offriteli, felici e sereni offrite ogni cosa a Dio: sono i più bei fiori che Egli gradisce, perché escono da un cuore amoroso e sincero. Più grande sarà il sacrificio più splendido il fiore che porgete a Gesù e a Me. Quando tanta pena vi giunge nel cuore, prendete tra le mani la Santa Corona ed Io addolcirò ogni cosa e vi restituirò la Felicità turbata dalla piccola prova.

Piccoli Miei, si avvicina il grande ammonimento anche per la vostra patria: quello che gli uomini chiedono col loro comportamento sbagliato. Avranno tutto insieme e ciascuno secondo la propria scelta.

State vicini gli uni agli altri col cuore, con la preghiera, con l’amore. Se il maligno vuole dividere e creare discordie, voi reagite, unendovi sempre più stretti nella solidarietà, nel sostegno reciproco.

Siate la gioia uno dell’altro; gli altri capiscano dal vostro amore che siete il popolo di Dio.

Mai ci sia fra voi una mormorazione, mai malizia né astio, ma pazienza e comprensione massima.

Pregate l’uno per l’altro, pregate e chiedete sempre il bene del fratello.

Se venite offesi, perdonate subito, senza astio né rancori: così, sempre così, fino al Ritorno Glorioso di Gesù. Egli vi darà il posto d’onore che vi ha preparato accanto a Sé. Pensate che mai più dovrete tribolare, ma gioire per sempre accanto a Lui. Questa splendida realtà vi dia pazienza, quando rischiate di perderla, vi dia tono quando vi sentite deboli. Tutto operate per Gesù. Egli, presto, vi darà un grande Dono d’Amore; vi chiamerà per nome e ve Lo porgerà.

Godete la Sua Gioia. Siate sereni e attendete pazienti e pronti.

Ti amo, figlia del Mio Cuore, vi amo tutti.

 

                                                                                                Maria Santissima