Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

15.09.96

 

 

Eletti, gioie del mio Cuore, vi ho creato per essere miei, per donarvi me stesso, per vivere un giorno nel mio Essere infinito; non dovete pensare che tutto cominci al distacco dell’anima dal corpo. Assolutamente, questo non è vero: La mia vita in voi e la vostra in me cominciano molto prima, già sulla terra dei viventi; continuano, poi, nelle diverse fasi, in un sublime aumento di felicità. Se sulla terra non inizia, non può avere seguito dopo. Questo inizio può essere precoce oppure più ritardato: dipende dalle condizioni dell’anima. Sappiate che colui che è morto alla vita spirituale nel momento del grande passaggio non può avere la vita eterna: è morto e resta morto. Piccoli miei, ora il cammino che vi resta da percorrere è assai breve, ma ogni istante può divenire occasione di grave peccato e, quindi, di distacco. Rimanete adagiati nel mio Cuore: assieme al soave calore del mio Amore avrete l’energia per proseguire fino alla fine del cammino. Non allontanatevi da me, miei diletti, ed Io, certo, non mi allontanerò da voi. Siano sempre miei la mente, il palpito e la volontà; solo in tale modo giungerete al vostro posto di grande onore, pronto per ciascuno di voi in posizioni diverse.

 

 

Diletta sposa, tu hai scelto la situazione migliore: sei in me, resti in me, non ti muovi e chiudi la porta al mondo. Mi dici: “Mio Adorato, solo con te voglio vivere, solo accanto a te voglio palpitare. Il mondo fuori mi fa paura: troppi gli inganni, le falsità, le astuzie, i tradimenti. Ho chiuso il mio essere in te e mai più voglio spostarmi: Tua sono, Tua voglio restare. Nulla mi attira, al di fuori di te.”

Piccola sposa, che accolgo in me con grande gioia, questo vorrei che facesse in questo momento ogni creatura pensante: donarsi completamente a me e volgere ogni suo interesse alla mia più profonda conoscenza. Io, Io, Dio, sono un abisso infinito e sconfinato: si può cominciare a conoscermi, solo se si desidera farlo. Occorre accostarsi a me con grande umiltà già sulla terra dei viventi; la vostra odissea comincia proprio lì e ognuno la deve vivere secondo il mio volere o il mio permesso. Fuori di me nulla accade; non esiste il caso: Io sono Colui che è in eterno e tutto procede dal mio volere, attivo o passivo (si intende la volontà diretta o la permissione). Nessuno osi alzare il capo verso di me in senso di sfida, quasi a dire: “Questo l’ho fatto senza di te, contro di te. Proseguo, perché Tu non hai reagito minimamente”. Io permetto che avvengano anche i fatti peggiori: se non permettessi, non potrebbero avvenire. Il maligno non ha potere alcuno, se non ha il mio consenso e non agisce dove non voglio che agisca: è uno schiavo, pieno di superbia e tracotanza, che ora percorre la terra, come un padrone, solo perché gli uomini glielo concedono col pessimo uso che fanno della loro volontà. Invece di usarla nel bene, servendo me, la usano nel male contro di me. Lascio ogni pensante libero, completamente libero in ogni azione, che compie, di servire chi vuole; ma chiederò conto di ogni minima scelta, cosciente. Vi ho invitato spesso ad essere riflessivi ed attenti. Vedo, amati, vedo, miei cari, lo sforzo che fate per controllarvi; ma ancora, ancora dovete migliorarvi: non mancano fra voi coloro che prima agiscono e poi pensano, seguono un impulso istintivo, spesso irrazionale. Voglio dire a costoro: siate accorti, siate sempre ben presenti a voi stessi; quando prendete una decisione, mai distogliete lo sguardo da me per volgervi agli idoli, menzogneri e falsi, che, in gran quantità, il nemico vi mostra. Egli gioca con voi, come si fa con i piccoli senza discernimento e si maschera da angelo di luce che vi loda e vi lusinga affinché voi vi avviciniate. Appena siete a portata di mano, vi colpisce e vi ferisce, anche se in modo superficiale, inizialmente; ma in tal modo inocula il suo veleno che mai rimane senza conseguenze.

Sposa amata, gli uomini cercano lontano ciò che hanno accanto, fanno una grande fatica per avere una briciola di felicità, fasulla, mentre con meno fatica potrebbero avere quella vera e santa. Guarda, sposa amata, guarda le strade del sabato sera: sono affollate in modo particolare. Dove corrono questi insensati? Molti cercano evasione e divertimento: sono attratti dall’ingannatore che coglie questo giorno di riposo per affondare, bene, il proprio artiglio nelle carni dei deboli e dei più miseri. Come sarebbe più proficuo per molti restare nelle loro case e gustare la dolcezza della vita in famiglia! Io regno dove ci sono amore e carità. Io regno nel seno di ogni comunità che mi invoca. Voglio regnare per dare la pura gioia che veramente soddisfa, profondamente. Dopo una lunga ed affannosa ricerca di vane dolcezze, i miei poveri figli ritornano a casa spossati, straziati, dilaniati, avvelenati: questa è la gioia che hanno rincorso con dispendio, inutile, di forze!

Il mio sguardo, mia diletta sposa, abbraccia tutta la terra. Nei paesi più evoluti, più ricchi, la scena è sempre la stessa: quanto vuoto nelle menti e nel cuore, dopo una giornata che doveva essere riposo, svago, diletto! Tutto questo continua ad accadere alla vigilia di un grande evento, inaspettato dai più, ma non completamente dai miei adoratori che intuiscono, per mia volontà, ciò che sta per accadere, che deve accadere.

La mia sposa è rimasta, quieta, tra le mie braccia, fuori dalle follie del mondo. Piccola mia, resta sempre così. Chi vive la mia vita spirituale, così intensamente, non può cercare altro che me; solo in me trova gioia e soddisfazione. Si cala nel mondo solo per compiere la sua opera la missione, che Io, Io, Dio, ho dato, e neppure un istante perde in attività insensate. Quale felicità può esserci fuori di me? Io, Io, Dio, sono il tutto che soddisfa, pienamente, ogni creatura; fuori di me ci sono il vuoto, lo squallore, il deserto, il nulla!

Sposa amata, dolce amica, che tessi le mie lodi in ogni attimo della giornata, capiranno in tempo i tuoi fratelli la lezione, che tu hai imparato a memoria da molto ed applichi, continuamente? Io sto per arrivare, sto per giungere, all’improvviso; ma quanti mi aspettano con le lampade accese?

Pensa, amata, allo sposo della parabola: egli non giunse in pieno giorno e neppure all’inizio della notte, quando normalmente la gente è ancora un pochino sveglia; giunse nel cuore della notte, quando le vergini minimamente se lo aspettavano. Di esse solo quelle prudenti e previdenti entrarono; le altre bussarono, invano, piansero a lungo, ma nessuno badò ad esse, giunte troppo tardi!

Quanti, quanti vedo nelle stesse condizioni! Ti dico, diletta, che tutti faranno la loro stessa fine.

Ho avvertito in tempo, ho parlato e non taccio. Non noto, dopo tanto dire, sostanziali cambiamenti: tutto procede, come sempre, peggio ancora, perché alla massa degli stolti se ne aggiungono sempre di nuovi ed all’oceano di peccato sociale non mancano di gettarsi nuovi rivoli che diverranno fiumi col passare dei giorni. Costoro piangeranno e si dispereranno, allorché si accorgeranno a cosa hanno rinunciato; ma Io, Io, Dio, volgerò altrove il Capo, sarò sordo e cieco, così, come essi lo sono stati ai miei richiami ed ai miei segni palesi.

Sposa, vieni a me. Felice, resta in me per sempre. Il presente martirio gettalo nel mio Cuore ed Io, Io, Dio, lo trasformerò in grande dolcezza. Ti amo, piccola e fedelissima sposa. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

15.09.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli figli, siate tutti di Dio, sempre di Dio. Qualunque cosa facciate, dovunque vi troviate, siate suoi nei pensieri e nelle azioni, in ogni palpito ed in ogni anelito. Non dite a voi stessi: “Forse la Mamma chiede un po’ troppo; non è facile essere, così, come Ella vuole che siamo.”

Piccoli, ascoltatemi bene: vi dico che è assai facile appartenere a Dio in ogni istante. L’uomo, creato da Dio, istintivamente tende a Lui, cerca Lui, vuole Lui. Viene distratto dalle occupazioni della terra, dalle preoccupazioni, dai pensieri, talora assillanti, dalle difficoltà del vivere, dalla fatica che deve sopportare per procurarsi ciò gli è necessario per vivere. A questo si aggiungono gli ostacoli che provengono dai diversi richiami della carne debole, della mente superba, del cuore freddo.

Se la creatura pensante supera in se stessa queste difficoltà con la forza dello Spirito, che è presente nel suo io, e della volontà che si dispone all’obbedienza, la creatura, senza fatica, diviene docile ed obbediente al dolce richiamo Divino.

Osservate l’immensità del Cielo, togliendo dalla mente i pensieri e le occupazioni ordinarie: vi vedete immersi in una gioia misteriosa. Tutto scompare piano piano intorno a voi e nel silenzio interno ed esterno, se udite la voce di Dio che vi parla della sua grandezza, della sua potenza, della sua bontà. Potete percepire la presenza, viva, della Divinità; dovete solo farGli un poco di spazio, darGli voi stessi e v’innalzerà vicino a se per farvi sempre più suoi. Occorre solo desiderarLo: Dio vi viene incontro; non permette che facciate neppure pochi passi verso di Lui che Egli è già da voi e con le sue braccia spalancate, il Cuore fiammeggiante vi dice: “Figlio, amato figlio, finalmente sei venuto; ti stavo proprio aspettando!”

Ogni uomo è atteso da Dio: da Lui è partito e a Lui tende la sua anima, l’essere intero. L’uomo di per sé non rifiuta Dio, non può rifiutarLo, perché tende a Lui, come bimbo verso la mamma; ma rifiuta la falsa immagine che ha di Lui, Lo rifiuta, quando non Lo conosce, perché qualcuno ha operato in modo che si sviasse in simile, tremenda, deviazione. Ecco perché oggi Gesù vi chiede di essere fedeli e coraggiosi testimoni di Lui. Parlate della sua bontà, del suo Amore, della sua misericordia, dell’infinita grandezza; cercate di portare Gesù al mondo con il vostro sorriso, con la parola, con l’espressione del volto, col vostro agire, gioioso e pieno di speranza. Non siate chiusi, cupi, tristi, malinconici, come coloro che non hanno Dio nel cuore.

Nel giorno della festa nuziale tutti sono allegri e felici: chi mai si sognerebbe di essere triste in simile circostanza? Ebbene, il cristiano vero è sempre in festa, anche nel travaglio quotidiano, perché Dio vive nel suo cuore, Dio domina e dirige, regna e palpita, vivo e vero.

Vedete, figli miei, che è facile essere suoi; basta volerlo, decisamente, con la mente, col cuore, con la volontà.

Vi chiedo di essere dei piccoli Gesù che vanno per le strade, gioiosi ed esultanti, annunziando ai poveri la lieta novella, il grande messaggio d’amore. Date speranza a chi l’ha persa e gioia a chi è sopraffatto dalla malinconia. Gesù viene, in anticipo, sulla terra attraverso di voi per preparare tutti al suo grande e glorioso ritorno.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia diletta.

 

                                                                                              Maria Santissima