Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
06.02.97
Amici, eletti, che vivete intorno a me, offrendomi
il cuore, state vicino al vostro Signore. Il vostro amore mi consola: questo è
tempo di passione per me, questo è tempo di grande offesa. Date un po’ di
sollievo alle mie, moltissime, ferite. Non lasciatemi solo, non abbandonatemi
anche voi!
Sposa
diletta, il tuo amore fedele, la tua dedizione completa, le tenere parole, che mi
rivolgi, costituiscono un dono che gradisco e che mi offre consolazione. Quanti
pensano: “Dio non ha bisogno del mio amore. Dio ha tutto, possiede tutto, ha
già la potenza e la gloria: che posso aggiungere io, piccola creatura?”
Ho
tutto, sposa mia, nulla mi si può aggiungere o togliere; ma quanto è grande ai
miei occhi una creatura umana! La creo per la felicità; desidero che un giorno
venga a far parte del mio essere infinito e la penso, già, come parte di me
stesso: quanto dolore provo nel perderla! Ogni anima, che si allontana e si
accinge a precipitare nell’abisso, è una ferita che si apre nel mio Cuore.
Vedi,
sposa, mia, diletta: tutto l’Universo mi obbedisce, e le Leggi, che ho fissato,
rispondono, perfettamente, al mio volere; solo gli esseri liberi mi oppongono
resistenza. Vedo ogni giorno numerose anime avviarsi alla perdizione: il nemico
vittorioso miete, mentre il mio Cuore è lacerato dal più grande dolore!
Vedete
quante creature vivono infelici, perché senza di me, piene di angoscia e di
tormento? Esse vivono sulla terra un anticipo, solo un minimo anticipo delle
pene, terribili, che subiranno dopo: il più gran dolore non è comparabile a
quello che l’anima prova nella purificazione ultraterrena!
Non
voglio rattristarti, dolce, amata, sposa, parlando di quelle, eterne, del luogo
di perdizione: lì la disperazione è assoluta e la speranza nulla.
Qualcuno
ripete, insensatamente, che l’inferno è vuoto e che neppure Giuda è in esso. Io,
Io, Dio, dico che esso, invece, è brulicante di anime ed il mare si estende a
dismisura proprio in questo tempo di vuoto e lacerazione.
Ogni
uomo, che rifiuti la mia misericordia infinita e non si penta delle sue colpe,
cade nella mia giustizia, perfetta, che chiede conto anche di una sola parola,
detta inutilmente o insensatamente.
Come può
pensare l’uomo d’oggi che Io, Io, Dio, unico e perfetto, sia diverso dal
passato?
Perché,
invece di riempire i tavoli di libri inutili, non posate su di essi l’unico che
in questo momento potrebbe dare luce alla vostra vita?
Svuotate,
uomini del mondo, i vostri scaffali, traboccanti di vanità: la vostra, scienza,
vuota a nulla vi servirà; fra qualche momento una, una sola parola mia potrebbe,
finalmente, penetrare nei cuori di pietra e spezzarli, aprendoli alla salvezza!
Siate
saggi, almeno in ultimo, considerata la stoltezza del passato. Siate saggi,
prima che Io giunga a voi per prendermi ciò che mi spetta, ciò che è mio ossia
tutto quello che possedete!
Sposa
cara, quante vane parole si dicono! Si parla, senza riflettere, si agisce,
senza meditare, si vive, senza capire e si prosegue nella stoltezza,
appoggiandosi gli uni agli altri, come ebbri che devono fare la strada insieme,
ma che, non reggendosi, cadono or l’uno or l’altro, senza che alcuno li possa
soccorrere.
Sento
delle frasi del genere, pronunciate da molti: “Se la fede non l’ho, cosa ci
posso fare? È un dono; Io non l’ho avuto, quindi, sono giustificato”. Quale,
grande, stoltezza in queste parole!
Questo dono,
unico, splendido, indispensabile, desidero porgerlo ad ogni uomo. Non posso
farlo, allorquando vengo, continuamente, respinto, quando la disobbedienza
perdura nel tempo e manca la volontà di mutare vita.
Chiedetemi,
uomini della terra, chiedetemi il pane di vita. Io non ve lo negherò, certo: può
un padre negare il cibo al proprio figlio, che ama, teneramente? Chi non ha è
perché non cerca. Chi resta fuori è perché non bussa.
Quante
distrazioni stanno facendo sviare questa generazione e quella del passato,
ancora presente! Il serpente antico non smette di fare il suo gioco, astuto: ha
avuto successo prima ed ora continua nell’opera sua con massimo vigore, perché
sa bene che tra poco sarà reso alla sua dimora di eterna disperazione.
Sposa,
questo, ultimo, tempo, conclusivo, viene trascorso non nella costruzione, ma
nella continua demolizione di ciò che ho creato, di ciò che continuo a creare. Si
distrugge, mia diletta, ed Io, Io, Dio, permetto ancora per poco questo,
terribile, scempio per vedere dove la mia creatura prediletta ha il coraggio di
giungere. Non preoccuparti, l’uomo neppure un passo farà oltre il limite che Io
ho posto e il grande oceano di male sarà inghiottito con tutti i suoi
operatori. Sai quando, amata sposa? . . . Assai presto e la terra darà il
prezioso frutto, da te e da quelli che ti assomigliano tanto desiderato.
Esulta
ed attendi, amata. Non si rattristi l’anima tua: ciò che accade è stato
preannunciato da tempo. Gli uomini stanno facendo la loro scelta e
continueranno a farla, fino a quando Io lo permetterò: chi farà il folle salto,
definitivo, nel buio e chi, invece, si alzerà in volo verso la luce più
sfolgorante. Nessuno può impedire di fare ciò che Io, Io, Dio, permetto.
Unite le
vostre preghiere a quelle della Madre, mia, Santissima: ormai sono d’intercessione
per quei pochi che hanno ancora possibilità di vedere il raggio di luce,
salvifico. Supplicate con lei, adorate con lei: la Madre più dolce e soave vi
rende piano il cammino e meno pesante l’attesa.
Donatemi
attimo dopo attimo e la vostra gioia sia fare la mia volontà. Verrete in volo,
felici, incontro a me in un giorno assai vicino. Benedirete, fedeli amici, la
vostra obbedienza, i piccoli sacrifici, le offerte: tutto vi sembrerà nulla,
paragonato all’immensa gioia che potrete possedere, ormai, senza più alcun
pericolo di perderla.
Vivete,
felici, questi ultimi momenti di attesa. Vivete con me, per me. Lasciatevi
condurre dall’onda, soave, del mio Amore e cantate, felici, come uccellini a
primavera, quando la natura ha un nuovo risveglio e tutto il creato si riempie
di luce.
Vieni,
sposa cara, vieni a godere le sublimi delizie del mio Cuore, ardente d’Amore. Donami
il giorno, che sorge, attimo dopo attimo: consolami, per la perdita di tante
anime che oggi faranno il salto, conclusivo, già preannunciato, ma che in
nessun modo hanno provveduto ad evitare.
Ognuno
sia libero nella sua scelta. Non gemere per costoro, sposa: chi ha scelto le
tenebre ora in esse si perderà!
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
06.02.97
La Mamma parla agli eletti
Siate
fedeli a Gesù, piccoli miei; siate fedeli a Gesù in ogni istante della vostra
vita. Non traditelo neppure con un pensiero e non offendetelo, perché egli
merita tutto il vostro amore, ogni anelito, ogni sacrificio. Figli cari, siate
sempre disponibili: ogni giorno vi chiede qualcosa. Passano così questi, grandi,
momenti e si avvicina l’ora del resoconto finale. Esaminate tutto ciò che
accade nella vostra vita: nulla avviene a caso, nulla avviene, senza
significato; occorre, però, capire il linguaggio Divino, bisogna divenire
riflessivi ed attenti. Esaminate ciò che accade giorno dopo giorno: perché i
nodi si sciolgono? Perché le difficoltà, che sembravano insuperabili, divengono
facili, senza che voi abbiate fatto nulla di straordinario?
La
risposta voi la intuite: è Gesù, è il dolcissimo Gesù che opera,
incessantemente, per voi ed in voi. La vita ha senso solo in Dio, figli cari! Ognuno
di voi ne sia, pienamente, convinto e cerchi di convincere anche gli altri che
ha intorno.
Miei
diletti, quanti di voi, nella propria mente, diranno: “Parlo, ma non c’è chi mi
sente. Ripeto, ma nessuno pone mente al mio dire”. Tutto giungerà a conclusione
tra poco; ma i risultati non dipendono da voi: Dio concede a ciascuno molte
occasioni, molte possibilità e queste possono essere colte o respinte; voi
dovete solo operare, secondo le indicazioni. Ognuno risponderà del suo operato,
a tempo opportuno.
La
pioggia, come potete constatare, cade in più punti di un campo: dove ci sono
semi, pronti a germogliare, si vedono, dopo poco tempo, sorgere nuove erbe,
piantucce di diverse dimensioni; dove, invece, c’è roccia la pioggia cade,
ricade, bagna la superficie, ma nulla si sviluppa, nulla cresce.
Così è
il cuore umano, piccoli miei: dove un solo semino si è annidato, anche se
nascosto nella cavità più profonda, quando penetra l’acqua Divina, esso subito
comincia a germogliare e cresce nel nascondimento, fino a quando farà la sua
comparsa, improvvisamente.
Vedrete
accadere cose stupende in questo breve tratto di cammino, che vi resta, non
solo terribili!
Ci
saranno conversioni lì, dove mai ve lo sareste immaginato, magari legate ad un
piccolo seme, caduto su quel terreno che pareva arido e senza speranza.
Figli cari,
Dio sta operando meraviglie; cooperate con lui: il suo giardino sarà olezzante
di fiori di vario genere, di diversi colori, ma tutti a lui graditi e curati,
diligentemente, dalla sua mano.
Quando
pensate al prossimo futuro, già nella mente si presentano pensieri cupi, perché
la scena che avete intorno, spesso, è assai deludente.
Ebbene,
Io vi dico che le cose assai tristi non mancheranno, già vi ho preannunciato qualcosa,
ma avrete anche magnifiche sorprese: anime che si apriranno, festose, alla luce
Divina, terreni inariditi che si copriranno da un momento all’altro di un tappeto
fitto di fiori vellutati. Figli, figli cari, sono le meraviglie di Dio! Le ha
compiute in passato; continuerà a farle fino alla sorpresa, finale, che sarà la
maggiore. Il mondo stupirà; ma solo chi bene ha operato uscirà, felice, dal suo
stupore. Per molti esso si muterà in grande tristezza e profondo rammarico, per
non aver ben riflettuto prima, per aver lasciato sfuggire il tempo propizio.
Adorate
Gesù, figli amati; adoratelo nella mente e nel cuore, col pensiero e con le
azioni, in ogni istante della vostra esistenza. L’adorazione provoca felicità:
essa è come un raggio di sole che squarcia le tenebre ed offre lume per il cammino
proprio ad altrui.
Vi amo
tanto, piccoli miei. Ti amo, figlia, e ti lodo.
Maria
Santissima