Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

10.02.97

 

 

Rifugiatevi, miei amati, rifugiatevi nel mio Cuore e restate, felici, accanto a me: non sentirete il gelo del mondo né vi brucerà il fuoco della mia ira. La terra brucia, figli cari, brucia, perché Io, Io stesso ho appiccato un grande incendio: voglio che scompaia ciò che vi è di putrido. Rinnoverò la faccia della terra e ogni angolo profumerà del mio profumo.

 

 

Sposa fedele, che vegli con me, mi offri le più soavi parole e non ti allontani dal mio Cuore. Ti ho chiamato e mi hai risposto; non ho dovuto bussare due volte. Sono entrato nel tuo cuore e ne sono divenuto il padrone; regno in te e regnerò per sempre, mia diletta. Sono entrato in te per prenderti tutta per me: la tua vita nella mia vita; la mia vita nella tua vita.

Ecco la felicità, ecco è giunta con me! Io, Io, Dio, sono eterno, non sono nel tempo, ma fuori dal tempo e chi entra in me esce dal tempo, entra nella mia dimensione, eterna. Pensa, sposa mia, pensa: sempre con me, sempre felice, sempre esultante, senza più le vecchie schiavitù, senza il dolore, senza la morte! Dov’è morte, il tuo pungiglione?

Io, Io, Gesù, tolgo tutte le miserie del mondo, dono le mie delizie, quelle che ho preparato sin dall’origine, quelle che l’uomo avrebbe dovuto gustare, ma non è stato capace di farlo, per la sua disobbedienza. Voglio darti tutto, sposa; voglio elargire i miei doni ai miei prediletti. Aspetti il ritorno del tuo Signore sulla terra? Lo attendi con amore, preparando il tuo cuore, la tua mente, l’anima, il tuo essere a tale, grandioso, evento?

Presto verrò, sposa cara, verrò sulla terra, che tu abiti, verrò per farla bella e pura, profumata e grondante rugiada Divina. Vengo, perché mi aspettate da tempo e sento i vostri sospiri, sento i battiti del cuore, pieno di emozione: le anime, che mi attendono palpitanti e vivono già nel profondo la mia vita, mi avranno assai presto.

Le lance, che colpiscono il mio Cuore, sfiorano anche il vostro, perché siete miei. Il mio dolore è anche il vostro, perché le anime si perdono, le anime si smarriscono, il peccato è un oceano che travolge e distrugge ogni valore.

Sposa diletta Io, Io, Dio, tutto posso, tutto posso ciò che voglio: l’Universo mi appartiene, tutto è mio ed obbedisce al mio comando. La mia sovranità è totale; ma ho creato degli esseri liberi, liberissimi: solo sulla loro volontà non voglio avere potere. Così ho stabilito e così resterà. All’uomo ho chiesto di scegliere, di scegliere se amarmi o respingermi. Vedi, sposa, quanta dignità gli ho dato? Egli stesso, dopo tanto tempo, non ha ben compreso il valore della sua dignità: è libero, è grande, è un signore che può salire sempre più in alto, fino a giungere a vivere accanto a me, entrare in me, nella mia stessa vita! Pensa, pensa, mio, amato, scricciolo: quanto è importante un uomo che tanto può, se vuole!

Avrei potuto imporre di amarmi, di scegliermi, di perdersi in me: sono Dio che tutto ha creato, sono Dio che si è fatto Uomo per redimere gli uomini, sono Spirito d’Amore, infinito, che dà vita, sostiene l’Universo intero e avevo ben diritto di essere adorato, lodato, benedetto da ogni vivente! Quale merito, però, avrebbe avuto un uomo, costretto ad amarmi, e quale fatica avrebbe dovuto fare? Neppure la minima, che chiedo!

La piccola, mia, mi dice: “Gesù adorato, Amore, quale fatica fa l’uomo ad amarti? Sei la luce del mondo, sei la vita, sei tutto, Santissimo; non capisco come l’uomo possa non amarti, non adorarti, non vivere solo per te!”

Amata mia, quando l’anima è giunta a piena maturazione giunge a ragionare in tal modo; ma, quando ancora è frutto acerbo, cerca, sì, me, ma si confonde, sbaglia strada, si lascia condurre dalla sua concupiscenza, si getta sulle cose vane e cerca in esse la felicità, alla quale anela.

Così non sarebbe stato, se il veleno del peccato d’origine non fosse sempre latente e pronto ad agire.

Certo, sposa amata, l’ho promesso ed avverrà: ci sarà un giorno, un meraviglioso ed unico giorno, nel quale le tue belle parole saranno ripetute da ogni creatura umana. Allora la terra sussulterà, per la grande gioia, le montagne danzeranno e le stelle stilleranno rugiada Divina. Ci sarà nell’Universo un unico, sublime, canto d’amore, volto a me, alla mia potenza. Solo felicità ci sarà, solo la più grande felicità per tutte le creature, per tutte, sposa amata, anche per le più piccine, le più umili che tanto care sono al tuo, dolce, cuore. Verrà, diletta, quel giorno! Attendilo ed esulti, nell’attesa, il tuo cuore. Preparalo tu stessa, preparalo con la preghiera, assidua, ininterrotta, col canto d’amore del tuo cuore, unito al mio.

Chi prega avvicina i tempi della gloria e dell’esultanza; essi sarebbero già giunti, se gli uomini si fossero scrollati di dosso l’antica superbia. Il nemico, astuto, avrebbe lavorato a vuoto, perché nessuno avrebbe dato retta alle sue insidie: se ne sarebbe andato sconfitto nel suo antro infuocato.

In questo, grande, momento della storia umana egli si sente già vittorioso e ride, sguaiatamente: gli uomini gli hanno preparato un trono e lo adorano al mio posto! Vedi, sposa diletta, quanti si prostrano davanti a lui e lo servono? Tra questi vi sono anime consacrate, in gran numero, sposa mia: queste sono le più devote!!!

Non voglio vederti gemere né desidero che il tuo volto si bagni di lacrime; voglio in te la gioia. L’uomo, creato libero, faccia pure ciò che desidera della sua libertà: risponderà al momento opportuno di tutto!

Mia diletta, il giorno incede, pieno di nuovi, splendidi, doni per gli uomini: elargisco, continuamente, le mie grazie; offro ai degni ed agli indegni con generosità. Colga ciascuno l’opportunità, che gli offro, oggi e non domani, subito, non dopo. Per alcuni non passerò più: sappiano prendere, al volo, l’occasione! Verrò, improvvisamente, per prendere ciò che mi appartiene. Verrò, senza alcun preavviso: guai agli impreparati, guai agli illusi che, senza nulla dare, sperano di ricevere tanto!

Mia sposa, mia fedele voce, dillo e ripetilo a chi ancora ti ascolta: “Chi nulla ha offerto, in proporzione, riceverà; non si crei false aspettative!” Donami anche oggi, mia amata, ogni pensiero, ogni respiro, ogni palpito. Stammi vicina in adorazione, continua: le mie ferite sono assai dolorose e il tuo amore è, soave, balsamo per esse.

                                                                                   Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

10.02.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli, non abbiate paura. Gesù sta passando sulla terra e con mano soave accarezza i deboli e gli oppressi, li consola, li solleva dalla loro miseria: non piange, invano, l’orfano; non geme, inutilmente, la vedova; il passero trova il cibo per sfamare i suoi piccoli e chi è abbandonato ode la sua parola di conforto.

Gesù ama, teneramente, ama! Non abbia paura chi sotto le sue ali trova riparo, non abbia paura chi è perseguitato, per suo Amore: egli è difesa e baluardo, egli è l’eterno vittorioso! Ecco: pare che per un attimo nasconda il suo viso, ma la nube passeggera passa, rapida, ed il sole splende più vivido che mai.

Nel sacrificio sorridete, nella pena non perdete la calma, nella persecuzione attendete, perché Gesù non si fa sospirare a lungo: viene, lieve e dolce, come una brezza d’estate, viene con tenerezza per alleviare le pene del cuore e dello spirito.

Conto i vostri sospiri, figli cari, e ogni giorno li offro a Gesù; vedo anche le vostre lacrime, quelle che alcuno vede, perché scorrono nel nascondimento: le raccolgo in uno scrigno d’oro e le offro tutte a Gesù.

Sapete: le sofferenze dei giusti alleviano le pene dei peccatori, dànno sollievo all’Umanità intera, alleviando i castighi, addolcendo i cuori per prepararli all’accoglienza del Santissimo.

Soffrite con pazienza e offrite, generosamente, a Gesù che vi ha preceduto nella sofferenza, che, pur essendo Dio, si è fatto simile all’uomo per soffrire con lui e salvarlo dalla rovina.

Piccoli miei, siate lieti, quando v’insultano, perché amate Gesù; seguite Gesù, servite Gesù! Grande sia la vostra esultanza, perché la vittoria è vicina e, con essa, la gloria e la felicità senza fine. Ora piangete, per l’attacco del mondo; fra poco canterete e sorriderete, felici assai. Finirà tra breve il grande tempo di preparazione alla Pasqua: è tempo grande, prezioso ed unico. Il mondo non pensa e vive di vanità e stoltezza; voi, invece, siate attenti e riflessivi: pregate, pregate, senza stancarvi, senza fermarvi, senza sosta!

Immergetevi nell’Oceano di gioia, che è Gesù; con lui camminate, con lui respirate. Tutto fate con lui: se si ferma, fermatevi; se procede, seguitelo; se parla, ascoltatelo; se tace, adoratelo nel silenzio. Altro non fate, se non ciò che egli vi suggerisce di fare.

Figli cari, venite, lieti ed esultanti, intorno a me. Cinguettate pure di gioia, perché la primavera è arrivata con la sua dolce brezza ed il soave profumo. Cantiamo, felici, insieme, un canto di lode e di gloria a Dio Onnipotente che mai dimentica le sue creature, ma innalza gli umili fino al Cielo ed abbassa i superbi fino agli inferi.

Guardate, felici, ogni fratello. Aiutate con la preghiera quello di ogni razza e nazione: non guarda Gesù il colore della pelle né la diversità della lingua. Ognuno dica, com’è capace, ma con tutto il suo cuore: “Gesù ti amo, ti amo tanto, tanto. Fa’ di me quello che ti piace. Sia fatta, sempre e dovunque, la tua volontà”.

Se gli uomini della terra facessero un unico coro con queste parole, subito le nebbie svanirebbero ed il sole tornerebbe, alto, nel Cielo!

Vi amo, figli. Insieme, insieme, adoriamo Gesù!

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima