Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

31.03.97

 

 

Eletti, se siete morti con me, siete risorti con me. Questa è una Pasqua speciale, perché è caduta nel tempo dei tempi: si sta compiendo nel mondo il mio piano di salvezza e ogni giorno, che passa, vi avvicina alla stupenda meta, che ho destinato ai miei fedeli che riescono a giungere fino in fondo, senza scoraggiarsi.

 

 

Sposa amata, piccola cara, non sono molti quelli che quest’anno sono saliti con me sulla Croce per condividere i miei patimenti; sono stati tanti, invece, coloro che hanno preferito i diletti del mondo. Il nemico sta operando con grandi risultati, cercando di togliere me dal cuore umano per poter insidiare e penetrare, al punto di togliere dalla mente umana il concetto di bene e male.

Vedo coscienze tanto distorte, da non riuscire a fare più distinzione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. Sposa cara, come ha potuto la mia creatura, prediletta, giungere a tale distorsione?

Le mie Leggi sante sono incise, profondamente, nell’uomo: non è possibile espungerle. Il serpente ha agito con tale astuzia da cambiare le menti e renderle tanto confuse da farle procedere, come se tutte le facoltà fossero distorte.

Non ti meravigliare se proprio in questo tempo egli ha raggiunto i più ambiziosi traguardi: tutto è stato preannunciato: il mondo si sarebbe tanto allontanato da me, da perdere anche il mio raggio guida e disperdersi, completamente, nel buio! Il grande male ha contagiato la terra e l’intera, mia, creazione geme, in attesa di risorgere: gemono le creature predilette, gemono le più umili; il Cielo versa lacrime di dolore, vedendo tanta aberrazione. Piccola, piccola, fedele sposa, il mio popolo prescelto, invece, non versa lacrime di pentimento; molti peccano, gravemente e non chiedono perdono! Non vedo nel loro cuore lacerazione e travaglio; ripetono, con disinvoltura, sempre lo stesso grave errore: non mutano mente e non mutano cuore! In tal modo essi peggiorano la propria situazione, fino a divenire possesso del mio nemico che li domina in ogni loro azione.

Ripeto, sposa mia, ciò che più volte ho ribadito: non c’è perdono, non c’è alcun perdono, se non c’è sincero pentimento. Vedo nel profondo di ogni uomo, scruto il pensiero nascente ed ogni sentimento: nessuno mi può ingannare.

Ecco, sposa diletta, cosa è accaduto in questi giorni così preziosi: poco è stato capito il significato del momento storico. Ognuno ha agito come se niente fosse e la vita prosegue col ritmo di sempre; la folle corsa verso la rovina prosegue e nessuno si volta indietro per riflettere e mutare rotta.

Il male è divenuto consuetudine, ormai, il bene un’eccezione per estrosi ed esaltati. Ognuno si vanta di ciò di cui dovrebbe vergognarsi e nessuno più prova vergogna di fare le cose più degeneri e ciò tra l’approvazione comune.

Sposa cara, in tale situazione di cose la vita dei miei diletti diverrà sempre più dura: sarete osteggiati e disprezzati. Le vostre idee non saranno quelle comuni; quindi, nessuno vi ascolterà, nessuno baderà a ciò che dite e vi guarderanno come bestie, rare, da tenere più lontano possibile.

Sposa cara, in questi giorni di passione trovo ben pochi accanto a me. Sono quasi solo: sono così in numero esiguo coloro che amano la Croce! Tutti inseguono il falso godimento e ciò avviene alla vigilia del mio grande ritorno nella gloria.

Non ci si illuda, perché le Chiese in alcuni luoghi sono state traboccanti di gente: Io, che scruto i cuori, le ho viste vuote e gelide. Spesso i più vicini sono stati i più lontani, i più ferventi i più gelidi: non s’inganna Dio, sposa cara! Non s’inganna me; lo dico e lo ripeto per gli ipocriti che continuano a verniciare l’apparenza e mantengono un cuore di pietra ed una mente annebbiata.

Proprio in questi giorni di grande festa vengo offeso di più: quanto i Sacramenti vengono profanati! Penso a quello della riconciliazione, così chiamato, perché in esso le anime dovrebbero riconciliarsi con me; si presentano, invece, ad esso, completamente impreparate, lo considerano un facile gioco: si fa una mossa e si ottiene il risultato voluto, senza sforzo, senza fatica; tutto avviene, automaticamente.

Si passa, quindi, al sacro convito: si mangia il mio SS.mo corpo, indegnamente, col cuore incrostato e la mente deforme; si esce soddisfatti, come se nulla fosse accaduto, si comincia ad agire come prima, peggio ancora di prima, tanto il gioco è assai facile: il ministro è frettoloso, compiacente e la partita è sempre vinta.

Sposa amata, potrò sopportare, ancora, questo comportamento? Non dovrò intervenire nel più breve tempo possibile per mutare ogni cosa ed evitare che anche i prediletti fedeli cadano in questo giro, diabolico? Lo sai, sposa, lo sai, perché nei dolci colloqui ti dico tante cose, che presto, assai presto interverrò e ciò che è non sarà più. Devo insegnare al mondo l’a b c del comportamento morale: occorre una lezione, adeguata, ed il mondo l’avrà.

Il giusto in mezzo a tanta distorsione, a lungo andare, si sentirebbe completamente smarrito, finirebbe anch’egli col mutare rotta, se Io, Io, Gesù, non intervenissi, rapidamente. Lo farò, quindi, ma non collettivamente, per ora: prima, individualmente, come sai, poi, diversamente, secondo la mia logica. Dovrò insegnare al mondo i miei precetti, perché, pur profondamente incisi nei cuori, essi non sono più seguiti. Caccerò via tutti i pastori fiacchi ed inconcludenti e mi sostituirò a loro: educherò Io, Io, Gesù, il mio amato gregge, lo condurrò per mano e neppure una pecorina sarà lasciata a sé, senza guida e senza cure.

Si prepari la mia Chiesa a subire il grande scossone salutare: resterà solo chi deve restare e sparirà chi deve sparire. Muterò il precario equilibrio in stabile equilibrio.

Sposa, questi sono i miei tempi: opererò con grande potenza e la terra cambierà volto; gli uomini muteranno mente e cuore e la gioia tornerà a sorridere ovunque.

Attendi. Ama. Spera.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

31.03.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli amati, la meta è vicina: siate sereni, servite in letizia Dio ed i fratelli, amatevi con l’Amore di Gesù e abbiate pazienza nel sopportare i piccoli tormenti quotidiani. Dio ha attenuato assai, ma essi saranno presenti, fino all’ultimo istante; scompariranno al momento deciso da Dio. Ora benedite il piccolo travaglio: senza di esso non dovreste esercitare la pazienza, non riuscireste a temprarvi e ad acquisire meriti.

Figli cari, procedete con somma fiducia ed abbandono: ogni giorno vedrete dispiegarsi la potenza Divina nella vostra vita. Vi chiedo di essere molto riflessivi e considerare bene ogni fatto che avviene per voi; ricordatevi che nulla accade a caso. Lasciatevi condurre, docili, docili, dall’onda soave dell’Amore Divino: pensate quanto è bello lasciarsi condurre da Gesù, come bambini, obbedienti, che mai distolgono lo sguardo da lui! Egli ama tanto l’umiltà del cuore e prova grande gioia, quando un piccolo accetta, volentieri, tutto dalle sue mani, anche una pozione un poco amara: benedice, in modo speciale, l’anima e la riempie di dolcezza.

Piccoli cari, sento che qualcuno di voi si lamenta, perché vorrebbe sapere cosa accadrà nel futuro alla sua famiglia, ai cari, agli amici, a se stesso. La misericordia Divina nasconde queste cose agli uomini; se così opera, significa che questo è un bene. Verrà, però, il momento delle rivelazioni; verrà ed è vicino. Ciò che verrà rivelato farà esultare alcuni, ma rattristare altri.

Quando un agricoltore ha ben seminato il suo campo, lo ha curato con zelo, ha tolto le erbacce, lo ha irrorato con cura, esulta di allegrezza, allorché gli si dice che quest’anno la raccolta sarà prodigiosa, potrà riempire i suoi granai ed aggiungerne anche altri. Quando, però, il seminatore, pigro, avrà trascurato il suo campo, fino a lasciarlo riempire di erbacce, rovi e spine, e sente la stessa, splendida, notizia, costui si rode dalla rabbia e dall’invidia, al pensiero che il vicino dovrà costruire altri granai ed egli lascerà completamente vuoti i suoi. A chi dovrà imputare costui la colpa, se non a se stesso?

Piccola mia, figlia cara, dillo e ripetilo, dillo a chi ancora è disposto ad ascoltarti. Non sei tu che parli; Gesù ti ha scelto come strumento perché molti possano correggere la propria condotta e godere le sublimi gioie del regno di pace e felicità che sta per venire sulla terra.

L’agricoltore, diligente, è colui che ha ben curato la propria anima, seminando opere buone e facendo la volontà Divina; quello pigro è colui che nulla ha fatto e si è incallito nell’errore, senza emendarsi. Quando il grande annuncio sarà dato, costui si troverà nella condizione di non poter nulla aggiungere e nulla togliere più. Dico, perciò, ad ogni figlio: provvedete, finché disponete del tempo; il presente si dissolve nel futuro con grande rapidità e il futuro prossimo non diverrà remoto, perché la conclusione è ormai giunta. Pensateci, amati figli: ciò che oggi trascurate di fare, non lo potrete più recuperare!

Piccola cara, assieme alle anime belle, che hai preso per mano, supplica ed invoca misericordia per i peccatori più induriti; la morsa del serpente non si allenterà, se essi con grande sforzo non invocheranno, umili e prostrati, Dio misericordia. Chi persevera nel peccato, grave, e non fa alcuno sforzo per uscirne non avrà salvezza. Ripeto: non si salva chi non si pente, profondamente e sinceramente, e non fa alcuno sforzo per emendarsi. Non si può ingannare Dio, come si ingannano gli uomini della terra!

Sono accanto al piccolo strumento che vi trasmette le mie parole; benedico lui, assieme a coloro che leggeranno e trasformeranno in vita i miei consigli.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia cara.

 

                                                                                              Maria Santissima