Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

15.04.97

 

 

Eletti, amici fedeli, scorrono i giorni, fruttuosi, per voi. Vedo il vostro zelo, ma colgo anche la vostra stanchezza. Rimanete in me, piccoli, ed Io resto sempre con voi.

 

 

Sposa cara, prosegui, senza stancarti; ti dirò Io quando è il momento di cambiare. Segui con letizia i fatti che si stanno svolgendo; tutto si compirà, secondo il mio volere: gli uomini fanno i loro piani, ma Io li concludo. Voglio, sposa cara, dimostrare che ciò che avviene nella storia di ogni tempo ha come attori gli uomini, ma che il protagonista sono sempre Io, Io, Gesù. Credono i superbi di essere gli artefici di ogni disegno: invero, dovranno convincersi che tutto parte da me ed a me giunge. La mia potenza opera e l’uomo costruisce solo quando è in armonia con essa; diversamente, distrugge e fatica invano.

Questo, amata, è il tempo conclusivo: voglio dimostrare quanto l’uomo sia piccolo, senza di me.

Vedi, amata sposa: dopo secoli di fatiche e costruzioni mentali, la società vive in un grande disagio; dov’è la felicità, che viene tanto cercata, dov’è la pace, che è tanto desiderata, dove la concordia, auspicata?

Non c’è felicità sulla terra: l’uomo non la possiede. Dov’è la pace sulla terra? Non esiste. Dove la concordia dei cuori e delle menti? In questa fine di millennio questi obiettivi dovrebbero già essere in gran parte raggiunti. Non è così, invece, non è proprio così: l’uomo è in ricerca, ansiosa, che non approda ad alcuna conclusione.

“Perché – ti chiedi, mia diletta – a venti secoli dalla mia venuta sulla terra ancora c’è tanto e poi tanto da fare? Perché gli uomini sono così lontani dal traguardo?” È doloroso constatare che, alla vigilia del mio ritorno, siano tanti e tali i contrasti che rendono infelice la vita di gran parte delle persone. Non avrei dovuto, forse, Io, Io, Gesù, trovare letizia sulla terra, trovare esultanza ed entusiasmo di vita? Perché parlo di esultanza ed entusiasmo di vita? Perché Io torno, perché vengo a completare ciò che l’uomo non è riuscito a compiere; vengo a realizzare le promesse di un tempo; vengo a portare ovunque la felicità, tanto sognata e mai raggiunta.

L’uomo deve amare la vita, perché è un dono unico anche per il più misero della terra. Oggi questo dono viene addirittura disprezzato non solo nel mondo, dove l’ignoranza domina le menti ed il gelo i cuori, ma anche tra il mio popolo, istruito da me, guidato da me, condotto per mano da me. Molte giovani vite vengono selezionate e stroncate, prima di vedere la luce. Si scruta la creatura nel grembo materno non tanto per curarne le malformazioni. Questo è spesso un pretesto, ingannevole: invero, si vuole selezionare l’essere umano, che Io ho voluto, ho pensato, ho creato... Si esamina il funzionamento di ogni parte e, come se fosse un’opera di ingegneria meccanica, si studia, si sonda, si vaglia, si scruta. Quale abominio si compie sotto i miei occhi, diletta sposa, ogni giorno nel mondo più evoluto! Non si accetta ciò che la mia mano porge: si modifica, si manipola, giocando un gioco assai pericoloso, perché è una sfida, dichiarata a me, Dio.

Io osservo e taccio, attendo e lascio proseguire. L’uomo si sente libero e padrone anche della vita; sicuro di se stesso, prosegue, indisturbato, l’opera sua. Lo lascio fare per vedere a quale obiettivo volga il suo operare. Vedo, diletta, vedo che la sua superbia non ha limiti e confini, vuole sostituirsi a me, vuole fare ciò che Io faccio, vuole arrogarsi i miei diritti! Ha iniziato quasi con tremore; prosegue con presunzione, sconfinata.

Ogni giorno gli dimostro la sua debolezza. Vedi: egli progetta, progetta, programma, mai si ferma e le sue costruzioni più maestose, che l’hanno reso orgoglioso e sicuro di sé, crollano al primo sussulto. La storia dovrebbe essere la maestra che insegna a vivere, perché il passato ritorna nel presente; ma, come vedi, l’uomo ha la memoria corta e la superbia infinita. Le esperienze precedenti dovrebbero ammonire che non si sfida Dio! Mai bisogna osare farlo! I risultati bisogna aspettarseli. Che devo fare con questa generazione, ribelle? Sono ribelli i piccoli, perché hanno l’esempio degli adulti; sono ribelli gli adulti, perché hanno bandito me dal cuore. I grandi dànno pessimi esempi e si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi; i piccoli seguono l’esempio negativo e si perdono, senza neppure comprenderne le cause.

Piccola cara, torno sulla terra, torno – lo sai che il giorno è quasi arrivato – cosa troverò? In quali condizioni troverò il mio popolo? Con quale metro dovrò misurarlo? Ho dato molto, ho concesso assai, ho seminato con larghezza, senza risparmio; ma un nemico ha distrutto gran parte dell’opera mia, un nemico, terribile. Sì: uno schiavo è divenuto tiranno, arrogante e crudelissimo, solo perché la mia creatura glielo ha permesso. L’uomo è creato a mia Immagine e Somiglianza, ha intelletto, cuore e volontà: può opporsi, se vuole, al male. Deve opporsi: ha l’energia e la possibilità di farlo! Perché non si è opposto? Perché ha permesso che trionfasse al punto da formare un oceano, sconfinato? Ho forse fatto mancare qualcosa al mio popolo?

Sposa cara, ho molto donato, ho molto offerto, mai ho lesinato i miei doni; ma i miei beneficati sono poveri, assai poveri, sono come mendicanti che abbisognano di tutto. Che ne hanno fatto dei talenti, che Io, Io, Gesù, ho porto loro per far fruttificare e, poi, restituirmi con gli interessi?

Vengo sulla terra, sposa mia. Vengo per riprendermi ciò che mi spetta; ma non troverò interessi né capitale: tutto è stato distrutto, tutto consumato! Chiederò prima al mio popolo (i cristiani): esigerò il mio, più l’interesse fruttato. Esigo molto da chi molto ha ricevuto! Vedo, però, mani vuote, menti annebbiate, cuori induriti.

Preparatevi voi, voi, miei diletti, ad accogliermi, adeguatamente. Siate pronti, perché farò al mondo una bella improvvisata!!!

Sposa cara, vedi il nuovo giorno sorgere, nebbioso e cupo: assomiglia al cuore degli uomini che non vogliono accogliere la mia luce e godere della mia tenerezza. Chi ha compreso goda e si prepari alla sorpresa. Donami ogni attimo di questa giornata: trascorrila sul mio Cuore, in continua adorazione.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

15.04.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, non vi spaventino le piccole contrarietà di ogni giorno: se tutto andasse sempre perfettamente bene, voi vi sentireste troppo sicuri e finireste col montare in superbia.

Gesù permette che siate umiliati perché, come bimbetti, ricorriate sempre a lui, cerchiate il suo aiuto ed il suo conforto. Egli desidera che lo invochiate per farvi sentire viva la presenza. Guai, figli cari, guai all’uomo che si sente troppo sicuro di se stesso, che pensa di procedere senza Dio, che fa progetti per il futuro, senza tenere conto delle Leggi Divine! Costoro, piccoli miei, saranno umiliati e dovranno tanto soffrire, perché Gesù ritirerà la sua mano e si sentiranno soli nel momento del bisogno.

Vi chiedo di essere come bimbetti che cercano sempre, con lo sguardo, la mamma: guardate a Dio con fiducia; contate sempre su di lui e, quando dovete progettare qualcosa, non fatelo, senza prima esservi consultati. Aspettate la sua risposta; indi, procedete.

Cari figli, voglio la vostra felicità, voglio vedervi sereni ed in pace: vi ho presi per mano e vi conduco a destinazione. Il mio sguardo, amoroso, abbraccia tutta la terra: sento le invocazioni di aiuto che provengono da ogni angolo del pianeta. Non pensate che Dio abbia dimenticato gli uomini: si cura di ciascuno con infinito Amore. Sono gli uomini che continuano a dimenticare Dio: operano, vivono, proseguono, come se non ci fosse, si ribellano alla sua Legge santa; cercano la libertà, ma, invece, divengono schiavi di un nemico che non lascia tregua: è un tiranno esigente e crudele.

Non posso aiutare i miei figli, se essi non vogliono lasciarsi sostenere. Non basta dire: “Aiuto Mamma”; bisogna anche decidersi e tagliare col peccato, a tagliare col male, pentirsi e non continuare a rotolarsi nel fango.

Vedo tanta, tanta sofferenza. Sono vicina ad ogni uomo che pena e vorrei liberarlo dai lacci che lo avvincono; ma occorre che l’anima si lasci andare con fiducia, cessi di ribellarsi e pieghi il capo.

Quanti mi invocano nel momento del bisogno, quando viene una tribolazione: essi vogliono solo che il corpo sia risanato e non s’importano dello spirito! Chiedono, ma non ottengono, perché chiedono male, secondo la loro logica, non secondo quella Divina. Siate docili, figli miei, accettate ogni giorno la tribolazione che vi porta: anch’essa è un dono che vi è utile; se utile non fosse, Dio non la permetterebbe.

Se voi riuscirete a seguire i miei consigli, se vi allontanerete dal peccato, anche da quello meno grave, vi dico che troverete, in breve, la felicità. I problemi non mancheranno; ma a tutti troverà soluzione Gesù. Affrontate con letizia e serenità la vita: il futuro sarà assai più bello del presente; Gesù è un Padrone generoso, splendido e non aspetta a pagare solo alla fine del servizio, ma porge, continuamente, perché la gioia mai venga meno.

Se il mondo soffre, se geme, se tribola, se non trova pace, è perché non vuole piegarsi alla volontà Divina: è il peccato la causa della sofferenza. Si vinca il peccato e cesserà il dolore.

Piccoli, Io sono vicina ad ogni uomo, ma non sono ascoltata! Solo chi seguirà le mie parole godrà, presto, la grande pace.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima