Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.06.97

 

 

Eletti, miei cari amici, vi dono un altro giorno d’Amore; vivetelo da veri figli di Dio. Quando verrò per mutare ogni cosa, allora ognuno di voi vedrà ciò che ancora è nascosto da uno spesso velo e capirà la grandezza della sua dignità.

 

 

Sposa amata, ogni uomo è nato con una magnifica sorte, ma deve rendersene degno per giungere alla meta. Le diversità sono tra gli uomini che distinguono il povero dal ricco, il nobile da quello più umile, quello che ha pelle bianca dall’altro di colore diverso; davanti a me ogni uomo è uguale, per dignità, e ha lo stessa sorte di gloria nel mio progetto. Deve solo conquistarsela con un comportamento adeguato.

Amata sposa, vedi quanti uomini vi sono sulla terra? Tutti sono differenti l’uno dall’altro. Non ne troveresti due identici; sono simili, ma ognuno diverso dall’altro. Già questo fatto dovrebbe farvi riflettere: Io, Io, Dio, non ho creato l’uomo in serie, come si fa delle cose di poco conto, ma uno per uno, con cura e grande tenerezza. Mia diletta, vi amo, immensamente; se ogni creatura umana capisse quanto è amata, riterrebbe, solo per questo fatto, splendida la vita. Quanti sono invece, coloro che disprezzano la loro esistenza in questo tempo! Disprezzare la propria vita non è solo di coloro che si abbandonano ad atti di disperazione; disprezzare la propria esistenza significa anche vivere nel vizio, nell’abbandono al peccato, nella schiavitù del corpo, nella noia, nella trascuratezza e negligenza delle cose spirituali, nella ricerca, affannosa, di qualcosa che non soddisfa. Ecco, mia amata, come si può disprezzare il dono della vita ed incorrere, poi, nei più grandi dolori.

Il tormento dell’uomo è in gran parte voluto dall’uomo, è procurato dall’uomo stesso. Il tormento dell’Umanità, quello che si è fatto sempre più duro ultimamente, è la causa della continua disobbedienza alle mie Leggi.

Perché in uno stato o in una nazione si pongono delle leggi? Certo, perché le cose procedano in modo più ordinato, perché tutti possano vivere in pace e serenità e gioiscano, per i beni che hanno. Ho dato ai miei figli delle Leggi ben precise non perché essi vivessero come schiavi, come bruti sottomessi al padrone, soggiogati dal suo capriccio; ho dato dei precetti che potessero rendere all’uomo la vita gioiosa, pur essendo presente in ognuno il debito, contratto dal primo uomo.

Ecco, amata, se l’uomo fosse docile ed obbediente, se ogni uomo fosse tale, già la terra sarebbe un Paradiso, ogni angolo di essa un giardino irriguo e vedresti ovunque creature sorridenti e liete che vivono in pace ed in armonia fra di loro. Non è così; per niente è così, sposa, mia, cara: le sofferenze del mondo sono tremende e lo divengono sempre di più, come aumenta la ribellione. Soffrono gli empi, ma soffrono anche i giusti, per colpa loro. Soffre il colpevole, per le sue colpe; soffre l’innocente, per l’arroganza e la superbia altrui. Questo è, questo è stato, ma questo non sarà più a lungo: in questo senso voglio mutare il corso della storia, proprio in questo senso.

Ora vedi l’ozioso, l’inetto che occupa, spesso, posti di alta responsabilità; ebbene, questo sarà ancora per poco. Vedi il superbo agli apici della politica che opera da dio, non essendo dio; non si cura di chi soffre, ma impone al misero sofferenze, ancora più aspre, per arricchire chi è già dovizioso. Questa è la politica, si dice; questa è la politica degli ingiusti, aggiungo Io, quella che è stata sempre, ma che non sarà più a lungo, perché Io, Io, Dio, non lo permetterò.

Godrà, sposa mia, chi ha da godere e soffrirà chi si è meritato sofferenza. Il godimento o il dolore non solo sarà nell’altra vita, ma anche in questa presente: sì, sulla terra godrà chi ha meritato di godere e patirà chi ha meritato di patire. Non si troverà più un innocente che soffre né un giusto angariato, perché i torturatori, i malfattori, gli inetti, i viziosi, i ladri, i lussuriosi, gli operatori di male, insomma, scompariranno e di essi non resterà più traccia. Non turbatevi, per le voci che dicono che il mondo verrà completamente distrutto, annientato. Il mondo muterà, certo, muterà, radicalmente, per mio volere. Questo mondo ingiusto cambierà volto, perché quello che ha è orribile. Ci saranno capi di popoli e nazioni, ma non saranno turpi approfittatori, sottili ragionatori, freddi manovratori, grandi ingannatori; a capo di popoli e nazioni ci saranno uomini miei, plasmati da me, preparati da me, istruiti da me, diretti da me, sottomessi al mio volere, felici di esserlo e desiderosi solo di compiacermi.

Nella tua mente leggo un quesito: “Ci saranno i mali fisici; continuerà l’uomo ad essere tormentato dal suo corpo fragile e soggetto al dolore?” Non temere per questo, diletta mia, non temere: anche per tutto ciò ci sarà un mio provvedimento che renderà gioiosa la vita, in tutti i sensi. Vedrai quante meraviglie farò per i giusti della terra, per quelli che mi hanno conosciuto, ma anche per quelli che, pur non avendomi conosciuto, mi hanno obbedito, amato, dato gioia!

Certo, qualcuno si chiede: “Come si fa a dar gioia ad un dio sconosciuto?”

Rispondo: nessun uomo è sconosciuto a me, come si sa; ma anche Io, Io, Dio, non sono sconosciuto ad alcun uomo. Può un padre ignorare il figlio, che ha generato con grande amore? Può il figlio ignorare l’esistenza del padre che gli ha dato la vita? La conoscenza può essere più o meno approfondita, ma sempre esiste.

Non c’è sulla terra uomo ateo. Questo temine è stato inventato dai razionalisti stolti: non c’è un padre senza figlio; così non c’è figlio privo di padre. Ogni uomo sa, perché Io, Io, Dio, glielo rivelo che esisto, che ho creato la sua vita e tutte le cose che lo circondano: parlo, a lungo, al cuore ed alle menti molto più di quanto immaginiate. C’è un dialogo continuo tra Creatore e creatura; questa non capisce solo quando non vuol capire, non sente solo quando non vuole sentire, non vede solo quando non vuole vedere.

Sposa amata, la mia luce è sfolgorante: ognuno apra gli occhi e la vedrà. Piccola mia, prosegui il cammino, gioiosamente. I piccoli sacrifici, che ti chiedo, donameli con amore. Le forze non ti verranno meno.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.06.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli miei, vi vedo affaticati e stanchi; sopportate con pazienza il caldo che vi tormenta in questi giorni. Offrite a Gesù il vostro sacrificio: egli ha sofferto tanto tanto per voi: volete anche voi offrirgli qualcosa? Passa, figli, sta passando questo tempo di dolore e ogni attimo, che voi avete donato al vostro Signore, è un attimo guadagnato: vi verrà, largamente, ricompensato a tempo opportuno.

Questa è l’estate dei grandi progetti per la vostra nazione; per voi vi sia un solo disegno, al quale tendere con tutte le vostre energie: il servizio a Dio, l’offerta a Dio di tutti voi stessi.

Dovete avere pazienza, perché ognuno di voi avrà dei sacrifici da fare, tutti differenti, ciascuno secondo la sua situazione particolare. Sapete qual è il vostro compito principale: salvare le anime con la preghiera, con la totale donazione a Dio. Non fatevi inutili preoccupazioni: egli non vi chiederà, certo, più di quanto non possiate dare e tutto sarà sempre, ampiamente, entro i limiti del sopportabile.

Qualcuno di voi potrebbe dire: “Devo vivere come in un convento? Devo rinunciare anche ai piaceri leciti, proprio a tutto?” Figli cari, sapete quante sono le anime in pericolo: basta che vi guardiate attorno. Non vi obbligo a nulla; fate quello che vi sentite di fare, ma a chi può, a chi è pieno di eroismo chiedo proprio di rinunciare anche ai piaceri leciti. Chiedo a chi vuole di fare penitenza; come potete constatare, sono ben pochi quelli disposti a sacrificarsi e tanti coloro che, cadenti, non riescono a rialzarsi. Chiedo a voi, figli cari, chiedo tanto a voi, perché agli altri non posso neppure rivolgermi, perché hanno orecchi chiusi ed occhi bendati.

Pensate ad una madre che ha moltissime mansioni da svolgere e chiede ai figli di aiutarla; ma essi hanno pronta la scusa per sfuggire. Chi va da una parte, chi va dall’altra, chi trova un pretesto, chi una scusa: al momento di svolgere il lavoro ne trova ben pochi disponibili. Certo, questi pochi devono sobbarcarsi anche il lavoro degli altri, devono faticare assai di più di quanto non avrebbero fatto, se tutti avessero collaborato.

Figli, miei, amati, noi ci troviamo proprio in questa condizione: la mole di lavoro è immensa; ho chiamato a me tutti i figli, ho detto loro le cose come stanno; ho aggiunto che c’è un tempo assai esiguo per fare ogni cosa ed entro questo tutto deve concludersi.

I miei figli mi hanno ascoltato, ma ciascuno aveva pronto il suo impegno: chi si è dileguato per una strada, chi per un’altra. I piccoli restati sono talmente pochi che non ci vuole fatica a contarli; ebbene, a costoro chiedo di fare il proprio, ma anche quello che spettava agli altri. Chiedo per ottenere dal Padre Santissimo, presto, i più grandi doni, che saranno goduti da chi più ha faticato.

Lavorate nella letizia anche se questo è momento di dura fatica, a volte durissima. Dite nel vostro cuore, ripetete, continuamente: “Gesù lo faccio per te, solo per te, perché ti amo, ti voglio dimostrare il mio amore.

Verrà presto il grande giorno. Verrà figli, non temete: tutto è pronto, tutto già stabilito, tutto ben disposto. C’è anche il tocco finale. Vi vedo tutti attorno a me: attendete la mia carezza materna ed il mio incoraggiamento. Ecco: la mia mano si posa sul vostro capo, benedice il vostro essere, vi dà nuova energia. Il mio sorriso vi faccia comprendere quanto è grande l’Amore che vi porto.

Proseguite, figli cari, proseguite. Vedrete: nei prossimi giorni anche la morsa del caldo si allenterà: Gesù vi farà contenti.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima