Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

24.07.97

 

 

Eletti, amici fedeli, il grande giorno si avvicina; siate pronti ad accoglierlo. La mia mano sarà carezzevole con voi che tanto mi amate e tanto aspettate dal vostro Signore; il mio braccio colpirà chi si è ribellato, continuamente, senza cogliere i miei, continui, ammonimenti.

 

 

Sposa mia, gioisci sul mio Cuore: il giorno, nel quale ogni cosa cambierà, è assai vicino. Accoglilo, posata sul mio Cuore, felice in me, mia diletta. Avrai la mia, continua, carezza e vedrai sempre il volto del Dio Amore. Hai scelto d’immergerti nel mio oceano di dolcezza: il rigore non ti toccherà, piccolo scricciolo, che sei entrato già a far parte del mio essere infinito.

Non così, non così sarà per molti altri, che pur ho chiamato, ma mai hanno risposto. Non così, non così sarà per coloro che mi hanno sentito bussare, ma mai hanno aperto. Non così, non così sarà per coloro che hanno colpito, continuamente, il mio Cuore che solo Amore e tenerezza voleva elargire.

Piccola, chi in questo momento vive in me, chi mi ha posto al centro della sua vita non deve temere nulla, ma attenda il giorno dei giorni con la gioia nel cuore, con la speranza che non viene mai meno. Può una sposa, tanto amata, tremare davanti al volto amoroso del suo diletto? Non esulta, invece, al solo pensiero che egli stia per condurla per sempre nella reggia, meravigliosa, che ha preparato per vivere con lei nella sublime felicità che non è solo del profondo del cuore ma è anche in ogni angolo dell’ambiente che la circonda?

Dolce sposa, ti amo; vivi in me e non temere: il vento tempestoso non è per te. Amata sposa, ti amo; non rattristarti: la pioggia che scenderà, copiosa, a pulire la terra, tanto bisognosa di purificazione, non è per te.

Diletta sposa, ti amo; il giorno del rigore, preparato per gli indocili, non è per te, mite colomba, che mai cessi di adorarmi e ringraziarmi, per i doni che ti porgo. Non temere il mio braccio che sta per scendere a colpire gli empi, i maliziosi, i disobbedienti, i viziosi, i ladri, i lussuriosi, i superbi, i violenti; guarda il mio volto e non distogliere mai lo sguardo da esso: tanto Amore ti voglio donare. Percepirai la mia presenza, viva, accanto a te e il tuo cuore non palpiterà di paura; riposerà sereno nel mio che l’accoglie. Tema, invece, chi deve temere; tremi chi deve tremare: chi non mi vuole mi avrà a forza; chi non mi desidera dovrà sostenere la mia presenza; chi mi ha ignorato dovrà riconoscerne la presenza; chi mi ha disobbedito deve comprendere la gravità della sua azione!

Non gioia porto a chi gioia non mi ha dato, non pace porterò a chi pace non ha dato ad alcuno. Mi allontanerò da chi mi ha respinto e lascerò che il suo cuore languisca senza di me: deve cercarmi a lungo per trovarmi; deve camminare, senza sosta, attraverso il deserto infuocato per giungere e godermi! Quello che ora è tanto facile ottenere, dopo, sarà assai arduo avere.

Piccola mia, la disobbedienza fatta a Dio non è come quella fatta ad un proprio simile: Io, Io sono Dio, Creatore dell’Universo, e di ogni vita sono il Padrone, tutto mi appartiene. La mia potenza è infinita e la mia Sapienza non ha limiti; se l’uomo pensasse a questo, neppure per un attimo staccherebbe lo sguardo da me che tutto posso, perché tutto sono, e mi adorerebbe giorno e notte, notte e giorno, come fai tu che non perdi un istante. Ho creato la vita perché Io potessi sempre compiacermi delle mie creature predilette e di tutto ciò che la mia mano ha plasmato.

Ogni uomo è destinato alla gioia infinita, alla mia presenza. Quanti bimbi vorrei vedere in ogni angolo della terra, quanti volti gioiosi che mi sorridono e congiungono le manine per dire le prime preghiere! Come gioisco di essi!

Guardo ogni angolo della terra: cos’è questo deserto, che vedo tanto desolato proprio nelle zone più ricche e ricolme dei miei doni? Dove sono i bimbi che volevo? Tanti e poi tanti piccoli volti desideravo accarezzare, ad essi porgere il cibo e la bevanda, per loro far crescere i fiori ed i frutti deliziosi della terra!

Ecco, mi affaccio sul mondo: i più ricchi sono i più poveri; i più poveri sono i più ricchi. Vedo grandi case, troppo silenziose e vuote; vedo misere capanne, piene di cinguettii di bimbi felici. Sposa cara, vengo a chiedere conto di quelle case, così grandi e così vuote; vengo a chiedere conto di quelle capanne così povere di beni, anche se tanto ricche di anime.

Perché questa disuguaglianza? Non ho elargito a tutti il necessario per vivere? Perché in alcuni paesi si dilapidano le mie sostanze ed in altri manca il necessario? Guardo e scruto, attentamente, in ogni dove. Perché questa abitazione, così lussuosa e confortevole, è vuota di abitanti e lì, dove troppi sono assiepati, manca anche un solido tetto che ripari dalle intemperie?

Sposa mia, chiederò conto a ciascuno delle disuguaglianze, aprirò a tutti i forzieri e metterò in luce le ricchezze, ammucchiate da molti e tolte a chi ne abbisognava. Dove c’è molto benessere doveva esserci molto patrimonio umano: vedo adulti che oziano e si abbandonano al vizio di ogni genere, per la gran noia, ma non vedo le culle amate né sorrisi teneri di mamme accanto ad esse!

Vedo nelle grandi stanze lussuria e corruzione: di tutto mi preparo a chiedere conto.

Volevo, al mio ritorno, una terra ricca di bimbi; volevo vedere accanto a loro i genitori sorridere, per la gioia di tale dono. Vedo coppie che camminano, sole e tristi: sono anziani coloro che percorrono le strade, molti hanno operato senza di me, non hanno cercato il mio volto; ora l’angoscia li coglie. La casa loro è piena di tristezza e né canto si ode né tenero sussurro, ma solo lamento o imprecazione.

Sposa mia, diletta, com’è triste la scena del mondo: quanta desolazione in molte parti di esso!

Non così, non così volevo trovare il mio popolo, in attesa del grande e splendido giorno!

Vedo piccole mani che si tendono verso di me, non sono bimbi felici in culle bianche, ma anime che gridano a me, protestano, per la grande ingiustizia toccata loro: sono stati privati della vita, prima che i loro occhi si aprissero alla vita. Verrò a chiedere conto anche di questo.

Piccoli miei, che mi ascoltate e fate tesoro delle mie parole, siate generosi con me, come Io lo sono con voi. Non fate secondo la vostra volontà, secondo il vostro tornaconto; fate sbocciare tanti piccoli fiori nel vostro grembo, dolci spose, tanti, quanti Io ne desidero che sboccino.

Al mio ritorno voglio posare la mia carezza su molte piccole vite che godranno una nuova felicità!

Siate fecondi, sposi, che mi appartenete, siate fecondi, secondo il mio volere: Io, Io, Gesù, benedirò in modo speciale ogni vita, che mi offrirete.

Mia diletta, chi nulla mi offre non s’aspetti nulla da me! Voglio dare molto, ma avere anche in proporzione. Siate generosi, voi che mi appartenete nel cuore, nel pensiero, in ogni palpito di vita. Dopo la purificazione, conclusiva, la terra sarà un luogo di delizie Divine, in esso gioirà e sboccerà il seme, santo, da me voluto. Non ci saranno case troppo grandi, completamente deserte, né abitazioni eccessivamente minuscole, per il numero di coloro che vi abitano. Tutto sarà armonioso, tutto secondo giustizia, la mia giustizia che regnerà, incontrastata.

Gioisci in me, amata sposa. Offrimi ogni istante di vita.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

24.07.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, siate lieti e non temete nulla: nessuna sciagura può colpirvi, se siete accanto a Gesù ed a me. Corrono, invece, i massimi pericoli coloro che continuano la folle corsa, senza fermarsi ai continui richiami. Il tempo dei tempi, figli cari, non deve venire: è già qui, è questo, nel quale state vivendo!

Gesù ha parlato con molta chiarezza e continua a farlo; è infinita la sua misericordia, ma non può perdonare chi non vuole chiedere perdono, non ritiene di essere bisognoso di perdono.

Piccoli miei, non cadete in questa, terribile, insidia del nemico di Dio: non sentitevi mai arrivati, anche se il vostro cammino è luminoso. Chi si sente perfetto cade in superbia e viene tentato a compiere il male. Siate umili, come bimbi che vogliono sempre imparare, che guardano ai loro genitori per progredire.

L’uomo deve combattere fino alla fine della sua vita contro la sua natura, marchiata dal peccato d’origine e non deve ritenersi mai sicuro di se stesso: è quello il momento più pericoloso, allorché crede di non aver più nulla da aggiungere. Un nemico, tremendo, sta assalendo tanti miei figli, li illude e li inganna ed essi si lasciano ingannare, proprio perché colti da superbia.

Ogni sera, quando, nel silenzio, meditate sui fatti della giornata, riflettete su voi stessi, soffermatevi ad esaminare le vostre debolezze, le dimenticanze, gli atti impulsivi; pensate anche alle parole, inutili, che avete pronunciato e a ciò che avete tralasciato di dire e di fare.

Di tutto chiedete perdono a Dio, con tanta umiltà, e proponetevi di rimediare nei giorni che seguono.

Figli cari, la via della perfezione è lunga e difficile: occorrono fatica ed umiltà. Io vi conduco per mano, anche se già, come vedo, le vostre gambe si sono irrobustite e qualche passo lo sapete fare anche da soli.

Piccoli cari, tanti si sono smarriti proprio verso l’ultima fase del cammino, allorché già procedevano, speditamente. Pensate al grande re Salomone, amato da Dio in modo speciale e beneficato da lui: nell’anzianità deviò e la generazione che seguì fu punita, per il suo peccato.

Non vi voglio spaventare, miei amati, ma desidero che siate attenti. Guardate Gesù e imitatelo in tutto: nella pazienza, nella docilità, nell’umiltà, nella carità, nell’amore verso tutte le creature, nell’obbedienza al Padre in ogni cosa. Voi pensate, in cuor vostro: “Come posso mai divenire simile a Gesù, perfetto in ogni suo pensiero, perfetto in ogni sua azione?” Sforzatevi! Sforzatevi e supplicate il suo aiuto.

L’uomo da solo nulla può fare, ma con l’aiuto Divino può scalare le più alte vette e raggiungere i traguardi più sublimi. Siate arditi: guardate in alto, in questo senso. Avete ali robuste di aquila, non volate basso. Ripeto: non volate basso, ma su, sempre più su. Gesù così vuole. Gesù ama gli arditi che puntano verso le mete sublimi della spiritualità.

Avete ben capito che Dio ha per voi un progetto molto speciale e vi ha chiamati ad uno ad uno: non voi avete scelto lui; egli ha scelto voi. Il Re dell’Universo ha messo il suo sguardo su di voi e vi ha costituito suoi cooperatori: quale onore, quale dignità avete, figli diletti!

Non vi colga mai la tristezza; in tale situazione dovete gioire e cantare da mattina a sera, perché l’Altissimo Dio ha posato l’occhio proprio su di voi e vi ha preso tra le braccia per innalzarvi fino a lui. Siete il suo seme santo che farà frutti, abbondanti e squisiti, perché la sua rugiada vi ha bagnati e la sua linfa vi ha nutriti.

Voglio vedere ogni giorno i vostri visi lieti e sorridenti. Cantate a Dio inni e lodate il suo nome Santo. Non saziatevi di tessere le sue lodi; adoratelo! Adoratelo! Adoratelo!

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia cara.

 

                                                                                              Maria Santissima