Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

07.06.99

 

 

Eletti, amici cari, vivete i più grandi tempi della storia umana: siatene consapevoli, operate con zelo per la mia causa ed inducete molti a seguirvi. Ciò che costruite ora per voi e per l’intero genere umano, resterà per sempre; chi ha costruito con me, godrà con me, chi però nulla ha operato, nulla godrà, perché verrà il momento ed è assai vicino, nel quale dirò il mio ‘basta’. Chi ha operato, si riposerà e gioirà; chi ha poltrito, piangerà e resterà deluso.

 

 

Sposa amata, sposa diletta, grandi cose sto preparando per i giorni che verranno; gli uomini si danno da fare pensando di costruire un mondo senza di me, parlano, discutono, decidono, operano senza ascoltare la mia voce che possente ha parlato e continua a farlo.

Ognuno si regola secondo il suo arbitrio senza consultarmi, ognuno procede per suo conto senza alzare gli occhi al cielo per avere la mia approvazione.

Sposa cara, può un figlio procedere da solo senza il consiglio del padre che ha saggezza e sapienza? Può presumere di fare bene senza consultarlo ma procedendo di testa sua? Questo figlio è un superbo, è un presuntuoso perché non si umilia a chiedere aiuto al padre! Perché vuole procedere come se il padre non l’avesse, come un orfano che ne è privo!

Certo una ragione c’è, è questa: le leggi del padre non gli sono gradite, le vie che il padre indica sono diverse da quelle che egli vuole seguire, le direttive paterne sono troppo ardue da seguire, penose da attuare.

Sposa amata, perché gli uomini di oggi procedono senza di me, perché fingono di ignorarmi come se Io non fossi, come se Io Dio non fossi il loro Dio, non fossi il loro creatore, non fossi il loro salvatore, non fossi lo spirito d’amore che solo il loro bene desidera?

Amata, ho scritto delle leggi eterne nel loro cuore, ognuno le ha ben impresse in esso; queste leggi parlano d’amore, del mio amore; parlano di pace, della mia pace; parlano di giustizia, della mia giustizia; ma gli uomini non vogliono amare secondo la mia regola d’amore; non vogliono la pace secondo me, ma se ne sono costruita una diversa sui loro canoni che consiste nell’obbligare il misero a tacere e costringerlo a sottostare alle loro ragioni; cercano non la mia giustizia che è perfetta ma una loro basata sul tornaconto dei potenti e sull’umiliazione continua dei deboli.

Amata, come vedi, ho lasciato fare, ho lasciato che ognuno procedesse a modo suo per vedere a quale limite può giungere la ribellione, la disobbedienza. Attendo ed osservo, scruto profondamente ogni cuore in attesa di un ravvedimento. Forse che Io non sono più il creatore, forse che non sono il salvatore che ha dato fino all’ultima goccia di sangue per ogni uomo? Forse che non sono lo spirito d’amore che desidera abbracciare tutta questa umanità malata?

Il tempo concesso per il ravvedimento si sta ormai assottigliando, pochi si ravvedono e molti continuano a ribellarsi; come creatore sono il signore assoluto di ogni cosa, tutto mi appartiene, tutto ho messo a disposizione della creatura umana perché ne facesse un buon uso, siccome, però ne sta facendo un pessimo uso, mi riprendo il mio per amministrarlo da me; tutto mi appartiene: ogni cosa da me donata a me tornerà! Sono il salvatore di ogni uomo; ho concesso doni infiniti, il più grande è quello dell’Eucarestia: Io stesso mi offro, Io, Gesù vivo e vero nella particola: quale dono potevo fare più grande di questo?

Vedi, diletta sposa, come sono pochi quelli che lo accolgono degnamente? Alcuni non si curano proprio di cibarsene, alcuni lo ignorano, e non sono pochi, alcuni indegnamente lo prendono, senza preoccuparsi di comprenderne il significato!

Dono sublime ho concesso perché tutti divenissero simili a me e potessero entrare nella mia gloria, ma quanti l’hanno compreso? C’è addirittura chi volontariamente ha lasciato il cibo sublime per nutrirsi di fango ed immondizia! (allude alle sette ed alle pozioni preparate in esse).

Ebbene, amata sposa, ti dico qualcosa che ti dispiacerà, che tanto ti farà soffrire, piccola mia sposa: il cibo santo che non è stato gradito, che non è stato accettato, verrà tolto dalla tavola imbandita; chi non se n’è nutrito fino ad ora, non lo potrà fare, chi se n’è nutrito resterà sazio!

Leggo il tuo pensiero nascente: “Gesù mio adorato, senza il tuo cibo Santissimo, come possiamo vivere, amore mio, esso è tutto per noi: da dove ci viene la forza, da dove la gioia, da dove la pace? Senza di te, Santissimo, non possiamo vivere, senza di te, tutto diviene grigio come una giornata senza sole.”

Amata, il cibo che è entrato nel vostro essere, il cibo santo che, con tanto amore, avete preso, vi ha trasformato, vi ha cambiato, vi ha fatto simili a me nella mente, nel cuore, nell’anima: di quella ricchezza vivrete perché essa resterà in voi come patrimonio eterno! Mi dici ancora: “Gesù adorato, come faranno coloro che sono restati senza questo nutrimento? Periranno tutti?”

Piccola mia sposa, non preoccuparti di ciò: perirà chi deve perire perché ha voluto perire, vivrà chi deve vivere perché ha voluto vivere; fidati di me, che faccio ogni cosa bene: a nessuno mancherà quello che si è guadagnato a fatica, ciò che ha sarà aumentato, a dono aggiungerò dono, a ricchezza, ricchezza. A chi misero ha scelto di essere per stoltezza, insipienza, malizia, sarà tolto anche il poco che possiede! Non preoccuparti di nulla, amata sposa, resta serena nel mio cuore e godi anche oggi le delizie del mio amore. Chi ha scelto di vivere in questa reggia godrà dell’immensa ricchezza che c’è in essa, ogni giorno scoprirà meraviglie nuove perché in me tutto è infinito e splendido.

Ognuno faccia bene la sua scelta, desidero che la gioia sia dovunque ma non costringo a volere ciò che non si vuole. Lascio la libertà ad ogni uomo, secondo la sua libertà ognuno avrà!

Vivi in me, sposa cara e sii felice!

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

07.06.99

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli cari, figli tanto amati, non mostratemi il vostro viso triste ma consolatevi e riempite il cuore di allegrezza, l’anima di pace.

Gesù vi elargisce i suoi doni, Gesù vi prepara un futuro stupendo; il travaglio che soffrite è necessario, se non fosse utile già l’avrebbe tolto. Vi dico che in ogni giorno, per pesante che sia, non mancherà la letizia del cuore, Gesù vi darà la sua tenera carezza e voi vi sentirete sollevati come quando in un giorno afoso comincia a soffiare una brezza leggera e profumata.

Voi mi ripetete: «Madre Santissima, quanto ancora, quanto dovremo attendere?»

Così vi rispondo, piccoli miei tanto cari: quanto serve; abbiate fiducia in Gesù, abbiate piena fiducia in lui che non desidera farvi soffrire ma darvi presto, presto refrigerio.

Figli amati, v’invito a guardare il calendario e riflettere; molte cose vi sono state dette, molte conoscete, tenetevi sempre all’erta, pronto il cuore, saldo l’animo, fresca e limpida la mente perché quello che ha da accadere avverrà, avverrà improvvisamente e le sorprese per voi saranno gioiose, vedrete accadere le cose belle, vedrete accadere le meraviglie del cielo.

Anche oggi v’invito a pregare col cuore in modo profondo ed intenso, non staccate il cuore da Gesù, tenetelo ben stretto al suo divino, non vi può cogliere l’avvilimento, né prendere la disperazione se siete in lui ed egli in voi.

Molti sono i miei poveri figli presi dalla morsa dell’angoscia, avvinti dalla disperazione, molti non sanno come liberarsi e cercano l’aiuto dei medici, che non possono riuscire a guarire, perché il male deriva da una grande sete di Dio che non viene mai saziata.

Se i vostri vicini ascoltano le parole che dite, indicate loro l’unica strada, quella vera, quella giusta: il cuore di Gesù, la dolce, sublime dimora che è la culla ideale per ogni anima.

L’anima umana, figli amati, da Dio proviene ed a lui anela, non ha pace fino a quando non ritorna al suo creatore, al suo salvatore, fino a quando non sente il suo dolce abbraccio.

Figli cari e tanto amati, v’invito anche oggi alla gioia, alla vera gioia, quella che proviene dal cielo, non quella che viene dall’uomo. Il mondo indica le sue strade, ma se le percorrete il cuore si riempie di delusione ed amarezza. Gesù, invece, vuole che siate ricolmi di tanta dolcezza, la sua. Per averla, per goderla dovete chiudere gli occhi davanti agli idoli proposti dal mondo, turarvi le orecchie alle sue lusinghe.

Piccoli cari, in questi tempi così duri e difficili, vedetemi come madre della consolazione, madre che vuole dare sollievo ai piccoli che le si sono raccolti intorno. Guardate a me per avere aiuto in ogni istante della vostra vita. Guardate a me quando la tristezza vi coglie ed il dolore vi fa sentire il suo morso. Guardate a me, piccoli miei, vi sono sempre accanto e vi sarò vicina anche quando non sentirete così viva la mia presenza. Gesù è qui e vi guarda con tenerezza, i suoi occhi sono pieni di amore ma anche di tristezza per quei miseri che perseverano nel male e non vogliono sentire ragione: stanno per cadere nel baratro e non fanno un passo indietro ma procedono nella loro folle corsa verso l’abisso. Che fare più di quanto stia già facendo?

Figli cari, pregate ed adorate, accettate i sacrifici con pazienza, per amore di Gesù.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, angelo mio.

 

                                                                                              Maria Santissima